ROMA – Di tesoro in tesoro. Dopo Julio Baptista, il giocatore su cui più punta la Roma per fare cassa è Doni. Ieri, il suo agente Ovidio Colucci ha assicurato che non c’è alcuna possibilità che il portiere resti: «È vero, lascerà Roma. Stiamo lavorando su questo. Ci sono contatti con un club turco, ma preferisco non dire molto su un argomento di cui si è parlato molto negli ultimi giorni». Il procuratore conferma l’addio del portiere a un quotidiano sportivo portoghese, “Record”, perché è lì, in Portogallo, che sognano Doni. Il brasiliano è nel mirino del Benfica. Anche se Colucci nega l’esistenza di un’offerta: «Non esiste nulla con il Benfica, non ho parlato con nessun dirigente del club. Se sarei disposto a studiare un’eventuale proposta loro? Chiaramente sì, perché questo è il mio lavoro. Ma non posso parlare di cose che non esistono». Ricapitolando. La Roma vuole cedere Doni e ricavarci qualche milione da reinvestire sul mercato in entrata. Doni, allo stesso tempo, ha dato da mesi la disponibilità a una cessione. Non si sente secondo a Julio Sergio ed è pronto a valutare ogni offerta. Quella turca, appena accennata dal suo manager, è griffata Galatasaray. Se l’affare dovesse andare in porto, peraltro, per il portiere il divorzio non sarebbe cromaticamente traumatico. Dal giallorosso di Roma, Doni passerebbe al giallorosso di Istanbul. L’ok definitivo all’operazione deve però arrivare da Frank Rijkaard, il tecnico del Galatasaray. Pare che l’olandese nutra qualche perplessità. Il Benfica – ma il portiere piace anche al Milan – potrebbe approfittarne per piombare sul portiere e portare nella casse della Roma un po’ di cash, utilissimo in questo momento del mercato. Senza contare che la sua partenza sgraverebbe Trigoria di un ingaggio pesante: quasi 2 milioni a stagione. Fine dell’avventura, dunque. Doni andrà via. Il brasiliano si è affidato in tutto e per tutto a Colucci, perché il portiere è concentrato solo sulla Seleção. Doni era il secondo dietro Julio Cesar, ma sembra che adesso sia stato scavalcato nelle gerarchie anche da Gomes del Tottenham. Ma Doni non si scoraggia. In un’intervista a “Globo Esporte” di pochi giorni fa, ha raccontato le sue difficoltà per arrivare in nazionale. L’occasione di tutta una vita gli capita nel 2007. Coppa America, Julio Cesar si infortuna e Dunga si affida ai suoi guanti. «Ho tentato di dare il massimo in allenamento. La Coppa America era una competizione che mi metteva addosso molta pressione e che ha finito per essere molto importante nella mia vita». Né più né meno come la Roma: un’altra scommessa vinta. Dalla Roma, che con Doni – pagato zero euro nel 2005 (anzi, fu lui a pagare 18 mila euro per svincolarsi dalla Juventude) – ha realizzato una superplusvalenza. E dal giocatore, che con la Roma si è conquistato il Mondiale in Sudafrica. Ora le loro strade si divideranno. Con reciproca soddisfazione.
Il Romanista