CAPE TOWN (Sudafrica) – Si potrebbe parlare della disfatta di un’Argentina che mostra un’altra volta i limiti di una manovra troppo lenta e prevedibile che prescinde troppo dalle invenzioni di Messi (oggi davvero in ombra); è invece quanto mai corretto parlare di una squadra assolutamente perfetta: la Germania di Loew. Organizzazione, sacrificio, compattezza, una velocità incredibile nelle ripartenze sempre palla a terra, un calcio davvero piacevolissimo, una sorpresa assoluta. Non ci sono prime donne in questo meccanismo perfetto, ma tanti giovani interpreti eccezionali a cominciare dal ventenne Mueller che ha firmato nel 2009 il primo contratto da professionista, passando per il talento di Ozil e Podolski, il moto perpetuo di Lahm sulla destra, il cuore e il cervello di Schweinsteiger, l’eterna vena realizzativa di Klose e tanti meriti vanno anche a Loew, allenatore umile e preparato di una squadra perfetta. La Germania passa dopo 3 minuti con Mueller che di testa beffa Romero, timida la risposta dell’Argentina che poi sembra poter fare qualcosa di più nella ripresa, ma si squaglia quando Klose mette dentro il raddoppio sull’assist di Podolski imbeccato perfettamente dal solito Mueller (squalificato in semifinale) e poco dopo arriva anche il gol della sicurezza con Friedrich che trova la prima rete in nazionale dopo una grande serpentina di Schwainsteiger. Non c’è più tempo per l’Argentina, oggi inerme e troppo lenta anche nei suoi difensori con Otamendi che si dimostra inadeguato nel ruolo di terzino, mentre c’è ancora tempo per il quarto centro tedesco con il solito Klose, ora solo a una rete dal record di Ronaldo. Chapeau.