MILANO – Il ‘blocco’, che ha costretto Gigi Buffon a lasciare anzitempo la porta dell’Italia in Sudafrica, è stato finalmente rimosso. Ieri sera, presso la clinica milanese La Madonnina, il portiere bianconero è stato infatti operato all’ernia del disco. Buffon si è tolto così un peso ed un dolore che si trascinava da tempo, addirittura da due anni, e stamane lasciando la casa di cura ha ammesso: “Forse avrei dovuto operarmi prima. E’ dall’inizio del 2008 che mi porto dietro questo problema. Certo prima non era così grave, ora avevo una compressione del nervo”. L’operazione è riuscita: “E’ andata bene, mi sono tolto un peso, fisicamente ho reagito bene, devo ricominciare gradualmente. Questo intervento è andato al meglio e questo mi dà molta fiducia e serenità”. Buffon vuole tornare ad essere il numero uno: “Ora non devo avere fretta ma devo prendermi il tempo necessario per tornare senza alcun fastidio e alcun rischio di recidiva. Visto il mio ruolo credo che la mia carriera sia ancora relativamente lunga e senza l’ernia potrò allungarla ulteriormente ad alti livelli”.
JUVENTUS – Non potendo contare su Buffon per alcuni mesi, i bianconeri sono corsi ai ripari prendendo Storari. Saranno lui e Manninger a difendere la porta in attesa del ritorno del Gigi Nazionale. Nessun consiglio da dare a chi lo sostituirà: “Non ne hanno bisogno, sono perfino più grandi di me, hanno molta esperienza e hanno fatto benissimo”.
NAZIONALE – Il cambio di guardia sulla panchina azzurra non modifica il ruolo centrale di Gigi Buffon. Anzi di più: il neo ct Cesare Prandelli vuole consegnare al 32enne la fascia da capitano dell’Italia:”Per me rappresenta il massimo a cui un giocatore può ambire, quando vesti quella maglia lo fai per ogni abitante che popola l’Italia: è un onere ma soprattutto un onore”. Il portiere non ha mai conosciuto direttamente il tecnico di Orzinuovi: “Lo ho sempre avuto come allenatore avversario sin dai tempi della Primavera, lui dell’Atalanta io del Parma, e già da allora si sapeva che aveva un rapporto eccezionale con i suoi giocatori. Prandelli è uno preparatissimo, che accetta sempre lo scambio di idee con la squadra e non si sottrae mai al rapporto con i suoi giocatori: ho sempre pensato che questo fosse un requisito importante, perché l’allenatore deve essere parte del gruppo”.
MONDIALE – Nell’ultimo atto dello sfortunato Mondiale degli azzurri, Buffon era in piedi a bordo campo ad urlare e ad incitare i suoi compagni con i pugni stretti e lo sguardo pieno di rabbia. “Resta un grande dispiacere – ha detto il portierone – perché è molto grave per un giocatore del mio calibro rinunciare a una competizione simile. Avrei potuto dare una mano a un gruppo in difficoltà ma essendo stati eliminati così presto tutto sommato non ho il rammarico di essermi perso un’ esperienza impareggiabile”.