MILANO – L’Aic, il sindacato dei calciatori, minaccia la prima di campionato. Scaduto il 30 giugno scorso il contratto collettivo dei calciatori, l’Aic ha chiesto un pronto rinnovo pena l’inizio delle partite con mezz’ora di ritardo o addirittura lo sciopero. Il presidente Sergio Campana è chiaro: “Il contratto collettivo è scaduto il 30 giugno scorso e per noi è in ‘prorogatio’, perchè la Lega non ci ha fatto sapere le sue proposte di modifica, che pure eravamo disposti a valutare e discutere. Ma ci risulta che gli accordi depositati in Lega dopo quella data sono liberi, ovvero possono essere in contrasto con l’accordo collettivo, e dunque con la legge 91 e con le norme federali”. Campana contesta anche alcune scelte per favorire i giovani: “Quanto alla Lega Pro noi siamo per i giovani, ma le politiche di tutela dei vivai devono essere fatte dalla Federcalcio, non dalle singole leghe con imposizioni demenziali come queste: l’obbligo di due o tre calciatori classe ’89 in campo comporta la necessità di averne altrettanti in panchina: vuol dire in tutto 480 Under 21, che il calcio italiano non ha”. Beretta, presidente di Lega, risponde: “Siamo disposti a un confronto ma partire con le minacce non è il modo migliore. Abbiamo la necessità di legare sempre di più i contenuti economici dei contratti ai risultati, in modo da avere una correlazione sempre maggiore fra la struttura dei costi e quella dei ricavi. È una logica che si sta affermando in tutti i campi e che è ancora più facile e intuitiva da applicare nel mondo del calcio. Vogliamo aprire un dialogo per adeguare l’accordo collettivo ai tempi e alle condizioni generali, mentre oggi il modello è troppo sbilanciato a favore dei calciatori”.
Fonte: gazzetta.it
Ivano Steri