TORINO – E’ un fiume in piena Alessio Secco, ex direttore sportivo della Juventus, che dalle colonne de ‘La Stampa‘, si toglie più di qualche sassolino dalla scarpa. Ad iniziare dal difficile addio: “Credevo di meritare almeno due righe di ringraziamento dopo tredici anni. E’ stata una vera caduta di stile, il club lo ha fatto per chi ci è stato molto meno”.
COLPI MANCATI – Secco passa, poi, ad analizzare il mercato che poteva essere e che non è stato. Due, in particolare, i nomi che potevano adesso vestire la maglia bianconera: “Cassano l’avevamo in mano tre e due anni fa, ma c’erano perplessità da parte di qualcuno…io invece sapevo che lui non era più un enfant terrible. Mascherano, nel gennaio 2007, l’avevo preso e sarebbe venuto anche in B, ma mi dissero che non si poteva perchè la proprietà del cartellino era un mix tra società e privati. E la Juve ha un codice etico. L’argentino si mise a piangere”.
FLOP – Gli acquisti di Poulsen, Melo e Diego hanno fatto molto discutere tifosi e addetti ai lavori. Ma Secco difende le scelte fatte: “Poulsen? Si decise per quel tipo di giocatore: costava la metà, ma il prezzo non c’entra nulla. Fu una decisione a livello collegiale come sempre: io, Ranieri, Blanc e il cda. Melo gioca nel Brasile mica per caso e, nonostante gli erorri, è un ottimo giocatore. Diego si riprenderà“. Infine, una battuta anche sull’ingaggio di Ferrara, quando sembrava che Secco avesse optato per un altro tecnico: “Diciamo che ero abbastanza vicino a Giampaolo“. Una frase sibillina che lascia in sospeso molti dubbi su chi abbia scelto, in realtà, il tecnico della Juventus della scorsa, disastrosa, stagione e che, forse, ridimensiona le responsabilità di Alessio Secco.
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