Calcio/ BOLOGNA – Ha pagato «lo scetticismo» verso il ‘progetto Porceddà. Già a giugno Franco Colomba, con l’arrivo della nuova proprietà del Bologna, «non rientrava nei progetti» dell’ambizioso presidente sardo. In un primo tempo era riuscito a far cambiare idea all’imprenditore. Ora invece, ancor prima di iniziare il campionato, è la ‘vittimà del primo esonero della serie A 2010-2011. È mutata, dunque, la proprietà (dai Menarini a Porcedda) ma non l’abitudine a cambiare gli allenatori. Lo stesso Colomba era subentrato a Papadopulo, il 20 ottobre 2009, dopo che, la stagione prima, erano saltati Arrigoni e Mihajlovic. Domani sera al Dall’Ara in panchina con l’Inter andrà Paolo Magnani della Primavera. E in pole per la sostituzione sembra esserci Alberto Malesani. «Potrebbe essere», ha confidato Porcedda ai tifosi, una ventina che lo attendevano al centro sportivo di Casteldebole. Anche se ha il problema «dell’equilibrio», quello del veronese è, comunque, l’unico nome circolato (gli altri sono quelli di Beretta, Zola, Tardelli, Ballardini) che non è stato smentito. Il sogno «era Leonardo, ma ha deciso di prendersi un anno di pausa». Bisognava, però, spiegare il perchè dell’esonero. «Non sono sbronzo. Ho preso questa decisione con il magone», ha detto Porcedda ai cronisti. «Colomba si era detto disposto a sposare le nostre idee, poi non lo ha fatto. Se decidiamo oggi è per dargli la possibilità di lavorare con un altro club. Se gli avessimo fatto fare due partite avremmo rovinato la sua immagine e non se lo merita. In un divorzio è colpa di tutte e due le parti». Le idee su cui non c’è stata «condivisione» sono quelle di chi vuole «far voltare pagina al Bologna, puntando sui giovani. Per non pensare alla salvezza, costruendo e rischiando». Di chi «ha investito per prendere giocatori da Juve e Inter, come Ekdal, Khrin, Siligardi». Per farli crescere, ci vorrà «un allenatore di buon senso, che conosca il mestiere. Saprete il nome mercoledì». Ma la frattura è da imputarsi anche, forse soprattutto, al cattivo rapporto con Carmine Longo, braccio destro del presidente e uomo mercato. Che, senza peli sulla lingua, ha chiarito: «Ma quale magone! Con Colomba non c’era feeling. Anzi, l’errore è stato pensare di poterlo recuperare». Al tecnico vengono imputate divergenze sugli acquisti. Il suo non aver mandato giù alcune mancate riconferme. E lo «scetticismo» verso i nuovi. «Nei giorni scorsi eravamo vicinissimi a Mesto», ha spiegato il presidente. «Poi qualcuno, un nostro dipendente, ci ha detto che non serviva. E avete visto ieri il gol che ha fatto. Ora ci riproveremo, ma sarà difficile». L’ex preparatore, Bartoli, è considerato colpevole per i tanti infortuni: «O pensate che siano pochi?», ha domandato ai cronisti. L’ultimo della serie Buscè che, dopo un’amichevole in settimana, starà fermo un mese. Colomba, intanto, preferisce il silenzio. Scuro in volto ha lasciato il centro sportivo e la squadra della sua città. Dopo averla condotta per quasi una stagione e un precampionato. Dopo aver guidato, in un clima surreale, l’ultimo allenamento, si è preso «una domenica diversa», per pensarci su. «Voglio capire bene, domani o dopodomani parlerò».
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