NAPOLI – In Nazionale è’ arrivato in ritardo. In tutti i sensi. Lo aspettavamo, l’abbiamo invocato, gli avremmo perdonato anche nuove cassanate. Sul mercato, poi, non l’abbiamo mai nominato. Perché mai c’è stata la possibilità che lasciasse l’amata Doria. Eppure, in qualche modo, Cassano c’è sempre. Non solo in tv dove ormai è diventato un personaggio da spot come Totti, ma anche nei pensieri e nei meandri di un’estate che non l’ha visto protagonista di affari e trattative. Quando, per esempio, Di Natale ha detto no alla Juve, ci è tornata subito in mente quella notte di gennaio, quando Antonio si addormentò da giocatore della Fiorentina e si risvegliò ancora da giocatore della Samp. E’stata la più incredibile retromarcia degli ultimi anni di mercato, prima sì e poi no, la forza del cuore e dell’istinto, quei mille messaggi ricevuti sul cellulare e quella telefonata a Corvino che aspettava il suo arrivo dal ritiro viola di Cagliari. Era mezzogiorno, a tavola calò il gelo, i Della Valle furono immediatamente informati, chi poteva mai pensare a quella clamorosa decisione.
Di Natale l’ha emulato, Borriello, Kaladze e Burdisso hanno detto anche loro di no ma per motivi diversi, è stato insomma il mercato dei rifiuti, l’ultimo quello di Baptista al Genoa. Si sarà fatto una risata, Cassano. Che ha seguito le operazioni della sua Samp da spettatore interessato, felice che il suo presidente ed amico Garrone abbia mantenuto le promesse. Blindati Pazzini e Palombo, tenuto pure Ziegler, la sua Samp è destinata ad essere ancora protagonista. Era però tutto vero: il Real era interessato al Pazzo, un gradimento di Mourinho che comunque non si è mai trasformato in un’offerta seria e concreta. Anzi, è stata proprio la Samp a contattare (direttamente o indirettamente, poco importa) chi decideva le strategie da Madrid: “Scusate ma avete davvero intenzione di chiederci Pazzini nelle ultime ore di mercato ? Perché noi non vogliamo farci trovare eventualmente impreparati…”. La risposta è stata decisa, nessuna offerta sarebbe arrivata, confermando però tutta la stima possibile dello Special One. Ecco perché le ultime ore di mercato sono state serene per la Samp, assalti della Juve non ce ne sono stati (budget e rapporti erano e sono quelli che sono…) né per il Pazzo né per Ziegler, tantomeno per Antonio. Almeno per i prossimi dodici mesi. Perché Cassano e la Juve si annusano, si piacciono, si sfiorano ormai da anni. Adesso, con Marotta e Delneri, l’operazione può essere più facile. Ma tutt’altro che sicura. Nonostante il rinnovo (spalmato) con la Samp sia ancora lontano. Perché Cassano è Cassano come Sanremo è Sanremo. E certe notti, per lui e con lui, saranno sempre infinite. Come infinito è il suo talento.
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