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MILAN, intervista a Massimiliano Allegri

MILAN – Ospite della redazione del ‘Corriere dello Sport’, l’allenatore del Milan Massimiliano Allegri ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Allegri, si è arrabbiato il giorno dopo la scon­fitta di Madrid?
Ho riunito la squadra, abbiamo parlato tutti insieme e analizzato molte cose. E’ importante avere sempre le stesse caratteristiche: entusia­smo, voglia e cattiveria.

C’è da preoccuparsi?
No. Ho rivisto in dvd la partita con il Real e mi ha confermato quello che avevo visto sul campo e che avevo detto subito dopo in conferenza stam­pa. La nostra tragedia (alla livornese, dove trage­dia sta solo per errore, magari grave, ndr) è ma­turata nei primi quindici minuti. Non certo per­ché i nostri avversari sono stati irrestistibili.

Perché voi li avete resi irresistibili.
No, nemmeno questo è vero. Prima di segna­re due gol, anche il Real aveva tirato in porta una volta sola, con Di Maria, e molto distante da Ame­lia. La verità è un’altra: noi nel primo quarto d’ora abbiamo consegnato 15 palloni al Real, giocando male tecnicamente. Abbiamo sbagliato tantissi­mo, in uscita, in appoggio, in fase di costruzione. Poi nei venticinque minuti successivi abbiamo creato delle buone occasioni. E’ anche vero che nel finale il Real ha avuto due contropiede e po­tevano farci il 3-0. Contro il Real si è visto un Mi­lan che ha perso tanti, troppi palloni come mai era successo nella sua storia. Quando siamo rien­trati nel gioco abbiamo fatto 20′ buoni. Alla fine del primo tempo non ero convinto di riprendere in mano la partita, ma ho avuto la convinzione che si trattava solo di una serata storta e che ce la possiamo giocare con tutti.

Errori di natura tecnica si possono aspettare da tanti giocatori, non da quelli del Milan.
Nel secondo tempo non abbiamo fatto bene fi­no al 25′. Ma nel primo tempo, fino alla punizio­ne di Ronaldo, siamo stati noi a sbagliare.

Prendiamo la fascia sinistra: Ronaldo faceva rinculare Zambrotta che aspettava Gattuso per il raddoppio, ma nello stesso tempo Marcelo at­taccava la fascia e sul centrosinistra Xabi Alon­so dettava i tempi e il gioco. Non era il caso che anche Pato collaborasse alla fase senza palla?
Quando Pato ha agito dalla parte di Marcelo, il madridista ha smesso di attaccare. Marcelo ha fatto due cross nel primo tempo».

Lei ci sta dicendo che il Milan può rigiocare con la stessa formazione anche al ritorno?
Sì, perché quella è una squadra che ha tanta tecnica. Non si dovevano sbagliare tutti quei pas­saggi. Se avessi immaginato e pensato il contra­rio avrei tolto i giocatori tecnici e avrei messo i carro-armati. Quando nel primo tempo avevamo la palla invece di consegnarla all’avversario do­vevamo giocarla. I contropiede peggiori avvengo­no quando perdi il pallone fuori dall’area.

Nel finale sono entrati Inzaghi e Robinho che hanno ravvivato l’attacco. Pensa a loro per l’im­mediato futuro?
Si può cambiare formazione o andare avanti con questa linea, a patto che sia il Milan a detta­re il ritmo alla partita. Robinho e Inzaghi quan­do sono entrati, hanno fatto molto bene. Inzaghi è in formissima, sono contento di lui. Quanto a Robinho, si sacrifica molto per la squadra, lavo­ra, rientra, corre, copre la fascia.

Può giocare a Napoli?
Può darsi di sì. Finora, quando è stato impie­gato, mi è piaciuto. Anche ad Amsterdam, dove è stato molto criticato.

Non le sembra che Ibrahimovic sia stanco?
Stanco? Ma se si è riposato quando è andato con la sua nazionale. Ha giocato solo una partita. Con il Chievo ha fatto due assist e si è mosso mol­to, contro il Real non è stato al massimo, ma co­me tanti altri. E’ uno che pressa sempre.

Spostiamoci su Pato.
Pato ha solo 21 anni, deve crescere sotto tut­ti i punti di vista. Gli ho già detto cosa deve fare.

Cioè?
Giocare da ragazzo e non da campione.

In che modo?
Con esuberanza, divertimento e incoscienza. Ha qualità talmente importanti che poi le gioca­te gli vengono. Deve fare questo per migliorare e arrivare su livelli mondiali, da Pallone d’Oro co­me gli ho pronosticato alla vigilia di Madrid. Ogni tanto si bea del suo calcio (è quanto gli diceva anche Ancelotti, ndr), per questo deve giocare con spensieratezza.

Nemmeno Ronaldinho si è salvato a Madrid.
Ma prima aveva sempre fatto bene.

Giocherà a Napoli?
Vediamo prima come sta. Giovedì non si è al­lenato. Devo aspettare.

Dalla Champions al campionato. Il tridente del Napoli è sul livello di quello del Milan?
Il tridente del Napoli è ottimo, Cavani, Lavez­zi e soprattutto Hamsik sono giocatori fortissimi, ma noi abbiamo Ibrahimovic, Pato, Ronaldinho e Robinho, campioni mondiali. I tre del Napoli lo diventeranno, intanto sono già a buon livello. Il nostro tridente è più… ‘fatto’, più completo.

Perché con Mazzarri non c’è mai stato feeling? Siete tutt’e due livornesi…
Io non ho feeling con uno o con l’altro. Da al­lenatori ci siamo incrociati solo nelle ultime due stagioni, da giocatore non ricordo, ma non mi pa­re. Lui è di San Vincenzo, a 60 chilometri da Li­vorno. Non ci sono problemi fra noi.

Le piace il Napoli?
Gioca discretamente bene, ha grande tecnica davanti, ha organizzazione e spirito di sacrificio.

Che fine hanno fatto Papastathopoulos e Fla­mini? Sembrano fuori dal giro.
Papastathopoulos è un centrale. A Madrid ho scelto Bonera per l’esperienza, anche se adesso Papa sta molto meglio fisicamente e mentalmen­te. Flamini potrebbe avere un po’ più di spazio, ma era stato fermo per un infortunio al piede.

Ci ha sorpreso Amelia al Bernabeu: sicuro e bravo, bravissimo.
Io non sono sorpreso, lo sapevo che avrebbe risposto bene. Abbiamo tre portieri molto forti, Abbiati, Amelia e anche Roma. E li allena un pre­paratore bravo come Marco Landucci.

Il Milan ha molti giocatori in scadenza di con­tratto: Inzaghi, Ambrosini, Seedorf, Ronaldinho. Questo può incidere sulla squadra?
Adesso dobbiamo pensare all’obiettivo princi­pale, vincere qualcosa d’importante. Quando sia­mo arrivati a giugno ci siamo rimessi tutti in di­scussione, i contratti contano e non contano».

A proposito di Ambrosini: quando rientra?
Spero di recuperarlo per la Juventus.

Visto Bale contro l’Inter?
Grande giocatore, mi piace. Secondo me ha più forza e qualità per fare il terzino.

La Lazio può vincere il campionato?
Penso che alla fine i valori verranno fuori. Quelli di Inter, Milan, Juve e anche Roma, nono­stante i problemi attuali, sono superiori a quelli di Palermo, che comunque ha un’ottima squadra, lo stesso Napoli e la Lazio che mi ha impressio­nato a Bari, dove ha vinto da grande squadra. Ha avuto la forza di aspettare, di non concedere nul­la all’avversario e di non andare mai in affanno.

Chi è il miglior giocatore della serie A in que­sto momento?
Pastore si sta consacrando dopo un anno fan­tastico. Krasic è una piacevole sorpresa. Mauri è un’ottima mezz’ala, ha avuto due anni di appan­namento, ma adesso si è ripreso alla grande

Fonte: www.calciomercato.it

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