E’ una situazione affascinante quella che sto vivendo. Io ho rapporti professionali con tante persone e di stima. Sono tredici anni che sono a Milano. E’ un giorno di grande emozione. Quando parlavo di sogno… parlo in generale. Non cercavo un lavoro ma il grande stimolo, la grande stima e più grande di questa credo che non ci sia.
Era impossibile dire di no. Era un’opportunità meravigliosa. Il rapporto col presidente è nato in modo naturale. Penso che non abbiamo mai realizzato questa possibilità. Sono state tante cose che mi hanno portato qui. Non cambiano le gerarchie: lui è il presidente e io l’allenatore ma la stima è molto forte.
Io cerco la mia identità. Poi se creo un rapporto con una società, cerco di essere me stesso. Ho tante cose in comune col Milan, non dimenticherò mai quello che ho vissuto. Lì ho fatto il giocatore, il dirigente e l’allenatore. Capello mi ha portato qui. Galliani lo stimo tantissimo. Io col Milan ho tante cose in comune. Con l’Inter ne ho altre. Io non mi sento colpevole, non ho rimpianti, sono sempre stato libero. Ho sempre detto alle persone come volevo stare. Questa sfida è troppo affascinante, inaspettata.
Arrivo nell’anno più importante della storia dell’Inter. Arrivo qua e sono molto carico, entusiasta di quello che ho trovato. Le vittorie creano tanto entusiasmo. La squadra c’è, ha una sua identità. Io non devo inventare niente ma mettere i giocatori nella condizione migliore per lavorare. Dobbiamo tornare a fare le cose di quel periodo. Mi sento un privilegiato
Io traditore? Non voglio fare il bravo ragazzo. Rispetto ogni parere.
Kakà? Conoscendolo non credo andrà mai via dal Real senza aver fatto bene. Lo sento spesso. Lui è quasi a posto, si metterà a disposizione e avrà davanti un’annata. Non vede l’ora di giocare. Lui vuole far bene al Real.
Ci ho messo poco per accettare. Questa cosa è cresciuta nel tempo. Non ho mai pensato che potesse succedere. Da dirigente ci siamo incrociati per tante volte. Diventando allenatore, è stato possibile. Il campionato è lungo. Allo scudetto ci credo ancora. Il Milan è primo e favorito ma noi dobbiamo pensare alle nostre partite.
Benitez ha vinto tanto col Valencia, col Liverpool. Capello per me è l’allenatore più forte ma un anno con lui al Milan è stato difficile. Questo non cambia le cose. Non c’è da ripartire, questa squadra è una realtà. In questi giorni ho sentito tutti. Il 6 gennaio siamo già in campo, ho cercato di conoscere tutti e di conoscere l’ambiente. Ho trovato in tutti un’accoglienza molto positiva.
E’ un momento che devo imparare. Non voglio rivoluzionare nulla, ma cercare di mantenere aggiungendo quello che penso. Ho delle idee base che voglio trasmettere. In questi due giorni ho già capito tante cose. Ci sono più cose positive che negative.
Mourinho? Josè con me è stato straordinario. L’ho chiamato perché arrivare all’Inter senza chiamare Josè è impossibile. Non mi ha sorpreso. E’ stato straordinario. Ci siamo confrontati su tante cose. E’ intelligente, sa tutto diq questo ambiente. Sono molto felice di quello che mi ha dato. Considero lui un fuoriclasse. Dietro le conferenze stampa c’è un lavoro infinito.
I tifosi? Sono perplesso anche io ma in modo positivo. E’ stata una cosa inaspettata. E’ vero che ho fatto un anno da allenatore. Non sono Josè Mourinho. Ho fatto un anno da allenatore con tanti errori e qualcosa di positivo e ora ricomincia la mia seconda esperienza. Quando ho finito col Milan non ero sicuro di continuare e volevo capire cosa fare veramente ma questa opportunità mi ha dato certezza di quello che volevo fare. Non so se altre proposte potevano farmi partire così convinto.
Non ho mai vissuto il Milan come nemico dell’Inter. Questa città è di grande cultura, si vive molto bene questa rivalità. C’è rispetto, si sente. Ho vissuto il Milan, sono stato fedele in tutto il tempo. C’è stato il mio lavoro, il mio legame col Milan.
Infortuni? Quando si cambia una gestione possono esserci dei rischi. Questo non vuol dire che è tutto sbagliato quello che faceva Benitez. C’è un momento di assestamento. Ci sono stati infortuni ma sono stati anche recuperati velocemente. Al Mondiale c’erano tutti tranne Samuel e Sneijder. Non voglio fare processi.
La mia ricetta per dare entusiasmo? Non ci sono maghi nè ricette. La squadra sicuramente ha risorse importantissime. C’è da trovare il modo migliore per mettere la squadra in condizione di stare bene. La squadra ha entusiasmo. Non posso credere nell’appagamento.
Mercato? Non è prendere per prendere. Se troviamo un giocatore che ci può dare qualcosa sì, sennò a questa squadra non manca nulla.
MORATTI: “FELICISSIMO DELLA SCELTA”
“Si capisce chiaramente che sono felicissimo della scelta. Nasce da una stima che ho sempre avuto nei suoi confronti”. . Cosi’, nel corso della presentazione del neo-allenatore interista. Con la scelta di Leonardo, ha proseguito, il patron interista, la “società rimane ambiziosa, costantemente”. Ciò, ha aggiunto, non significa “mettere pressione” sul nuovo tecnico, ma è una questione di “istinto” e di rispetto “per i nostri tifosi”.
“Tutta questa storia è un’emozione, la vittoria in Coppa, la possibilità di concretizzare un’amicizia. L’emozione è un bellissimo sentimento, spero di mettere a mio agio Leonardo”.
ore 12.34 ECCO MORATTI E LEONARDO
Foto di rito per Leonardo, che mostra la maglia dell’Inter. Al suo fianco Massimo Moratti e Marco Branca
ore 11.50 LEONARDO ALLA PINETINA
Leonardo e’ appena arrivato alla Pinetina dove tra poco si svolgera’ la presentazione ufficiale del nuovo allenatore dell’Inter alla presenza del presidente Massimo Moratti. Ad attendere il nuovo tecnico una cospicua folla di tifosi che lo hanno accolto con applausi e cori: ”Vai Leo”. Sui cancelli del centro sportivo di Appiano Gentile striscioni di benvenuto per il tecnico brasiliano che succede a Rafa Benitez.
Fonte: www.Sportmediaset.mediaset.it
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