CALCIOPOLI CENICCOLA / Nega che sia mai esistita una ‘combriccola romana’ di arbitri, sostiene che la famosa partita Lecce-Juventus del 14 novembre 2004, giocata sotto la pioggia e vinta dai bianconeri, andava giocata perchè il terreno era praticabile. Così l’ex guardalinee Enrico Ceniccola, imputato al processo Calciopoli in corso a Napoli, che oggi ha reso una dichiarazione spontanea in aula. Quanto alle magliette ricevute dalla Juve e dal Lecce l’ex assistente ha spiegato che era un fatto del tutto normale, che tutte le società facevano omaggi agli arbitri. “Il Milan regalava borsone e materiale tecnico Adidas e orologio – ha ricordato -, l’Inter abbigliamento e borsone della Nike, orologio e un maglione di cashemire”. Ceniccola si è difeso in particolare soffermandosi su quella gara di Lecce, sottolineando che nessuno dei calciatori chiese la sospensione della partita e che se c’era una squadra oggettivamente sfavorita dal terreno pesante era la Juve, in quanto tecnicamente più dotata. L’ex guardalinee ha citato inoltre i nomi di tre assistenti che a suo dire erano vicini al Milan e che non figurano tuttavia in questo processo. Ha infine messo l’accento sul fatto di non essere stato mai giudicato dalla giustizia sportiva mentre a Napoli è sotto accusa per frode sportiva.
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