ROMA RUSSO NIKEFOBIA/ Roma – DOTT. RUSO SULLA ROMA – Salvo Russo, psicologo dello Sport, parla a Radio Manà Manà: “La Roma non riesce a mantenere la concentrazione. Non conosco la realtà dello spogliatoio romanista possiamo fare solo delle ipotesi. Guardando l’ultimo periodo della Roma, è chiaro che vengono a galla situazioni eclatanti. Tutte queste componenti possono avere come causa dei fattori psicologici”.
La sindrome degli uomini di Montella può rientrare anche nell’ambito della nikefobia: “La nikefobia è la paura di vincere quando l’obiettivo è ormai raggiunto. Molte cose possono accadere nella testa di un giocatore durante una partita, le distrazioni possono essere tantissime. A volte gli atleti non riescono a focalizzare la concentrazione su un solo aspetto e vengono distratti da fattori esterni: ambiente o sentimenti ed emozioni interne”.
Il problema della Roma è di natura psicologica. Nei momenti importanti viene a mancare la concentrazione: “La causa potrebbe essere proprio questa. In alcuni casi non si riesce a focalizzare l’attenzione su un punto ben preciso. In altri sport esiste una figura che cura proprio questo tipo di problematiche. Da qualche anno anche nel calcio (Siena, La Spezia e Milan), ma sinceramente non riesco a capire perché in questo sport ci sia ancora tanta reticenza nel dotarsi di un professionista di questo genere, una figura che comunque non entra in conflitto con l’allenatore”.
Difficile mantenere la concentrazione. La squadra può disunirsi: “E’ importante – continua Salvo Russo – rimanere tutti uniti con un solo pensiero in testa. I giocatori della Roma devono essere bravi a distinguere le attenzioni: focalizzarsi su quelle che servono ed eliminare quelle inutili in quel momento. Capire, quindi, di essersi distratti e ripartire immediatamente”.
Dopo aver sfiorato lo scudetto, ora la Roma vive un momento di grande difficoltà: “Può starci un rilassamento dopo una stagione importante come quella passata. Quando parliamo di motivazioni in una squadra di calcio, si parla di stimoli per ogni singolo giocatore. Serve dare un obiettivo. Una squadra unita si vede da come esultano i giocatori in panchina. L’allenatore deve essere il capo ed oggiAggiungi un appuntamento per oggi esistono degli strumenti a livello scientifico in grado di monitorare i singoli comportamenti di ogni giocatore. Peraltro, ogni obiettivo lontano passa per obiettivi più immediati, più a breve termine. E’ da quelli che bisogna ripartire”.
Fonte: Romanews.eu