FILIPPO BONIPERTI (1991) – Nipote del grande Giampiero, è l’uomo in più della Juventus, quello capace con le sue giocate di fare al differenza. Può giocare indifferentemente come esterno di centrocampo o come punta, ha una visione di gioco invidiabile e una grande precisione nei passaggi. Tocca il pallone come pochi sanno fare, delizia lo stadio con un esterno al volo con cui smarca Libertazzi davanti al portiere e viene ricompensato con un coro ‘Pippo, Pippo’ alla sua uscita dal campo. Un difetto? Forse troppo leggero in zona gol, ma c’è tempo per migliorare.
FRANCESCO ARDIZZONE (1992) – Capitano e anima del Palermo, è l’ultimo a mollare nella ripresa dopo aver giocato un primo tempo da padrone del centrocampo. Detta i tempi ai compagni e si muove costantemente per dare l’appoggio, e la sua stazza importante gli permette di cavarsela benone anche in fase di recupero palla o nel gioco aereo.
NICCOLO’ GIANNETTI (1991) E LEONARDO SPINAZZOLA (1993) – Il loro inserimento nel secondo tempo cambia faccia alla Juventus. Giannetti, attaccante, è pericolosissimo sui cross, i suoi compagni lo sanno e lo servono bene, lui non si fa pregare e gira in porta trovando però la bella risposta di Di Gregorio. Spinazzola da profondità alla squadra col suo movimento costante sulla fascia destra ed i suoi inserimenti alle spalle dei difensori rosanero che mettono la Juve in condizione di superiorità numerica. Su uno di questi inserimenti trova il palo a negargli la gioia del gol.
MARTIN OFUSU ASIEDU (1992) – Punta centrale di origini Ghanesi del Palermo, sparisce dal gioco nella ripresa, ma il primo tempo è abbastanza per farci impressionare dalle sue qualità. Qualità che sono di natura fisica ma anche tecnica, infatti se la velocità è il suo proclamato cavallo di battaglia, quello che più ci stupisce è la facilità con cui difende la palla anche in mezzo a due avversari, e la capacità di allungarsi dando alla squadra la profondità nel momento giusto.
DARIO ROMANO (1992) – Terzino destro della Juventus di cui è capitano. Copre benissimo la sua fascia in fase difensiva non commettendo sbavature, e da una grande mano ai compagni anche in avanti, arrivando per ben due volte al cross in un primo tempo in cui la sua squadra faticava a creare occasioni. Stupisce la disinvoltura con la quale riesce a mettere al centro palloni interessanti: uno dei suoi cross ricorda quello di Sorensen per Matri in Juve-Inter! Eleganza ed agonismo quindi, giocatore completo.
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