CALCIOMERCATO INTER MILAN JUVENTUS AGUERO PASTORE / Milano – C’era una volta la Serie A, il campionato più bello del mondo, punto d’arrivo per qualsiasi giocatore. Ora la favola è finita e il nostro sembra essersi trasformato in un campionato di formazione dove farsi le ossa prima di emigrare altrove. Quest’estate è successo con Sanchez, esploso a Udine dopo il corteggiamento invernale dell’Inter e poi finito al Barcellona, ma questo ci può stare. Quello che fa più male è vedere Pastore, sogno di Inter, Milan e Roma, finire al Psg degli sceicchi che in pochi giorni saccheggia la Serie A di Menez, Sissoko, Sirigu e del trequartista argentino del Palermo. In Inghilterra prima era il Chelsea di Abramovich, ora invece c’è il Manchester City di Mancini che senza battere ciglio si assicura Aguero a lungo inseguito dalla Juve di Marotta, come fatto lo scorso anno con Dzeko, anche se allora a frenare i bianconeri fu la norma masochista della Federcalcio riguardo alla possibilità di tesserare un solo extracomunitario. Altro campionato, altro sceicco: nella Liga c’è il Malaga di Al Thani che dopo aver tentato Lucio e Pastore mette a segno il colpo Cazorla che spegne le speranze bianconere di riportare in Italia Giuseppe Rossi. Quando non ci sono gli sceicchi ci pensano i russi: Criscito non trova l’accordo economico con il Napoli (ma qui De Laurentiis deve fare ‘mea culpa’), accordo che ovviamente non ha problemi a trovare con lo Zenit di Spalletti e poi c’è anche l‘Aznhi Makhachkala che, alla faccia di un nome impronunciabile, presenta a Eto’o un’offerta da 20 milioni annui per convincere il camerunese a trasferirsi nel lontano Daghestan, ma l’attaccante ha detto no. Che fare per le italiane? Ci vogliono le idee: l’Inter scandaglia il Sud America e scommette su Alvarez e Jonathan in attesa di Casemiro, la Juventus riesce a strappare Vidal, ma per l’attaccante deve bussare alla Roma per Vucinic, mentre il Milan aspetta gli ultimi giorni d’agosto per assicurarsi qualche campione in difficoltà, come già fatto negli ultimi anni per Ronaldinho, Ibra e Robinho. Una ventata d’aria nuova sembrano averla portata gli americani della Roma: importante l’investimento fatto su Lamela, ottimo il colpo Bojan, (ma il Barca si è ben guardato da non mettere nell’operazione al possibilità del controriscatto) in arrivo Stekelenburg, ma per chiudere prima i giallorossi hanno dovuto cedere Menez e, prima di dare l’assalto a Nilmar dovranno monetizzare piazzando Vucinic alla Juventus. Anche la prospettiva del fair-play finanziario non sembra poterci risollevare il morale: certo, potrebbe frenare in qualche modo le spese degli sceicchi, ma le società italiane non sembrano in grado di generare introiti pari ai club inglesi e tedeschi, e colossi come Real Madrid e Barcellona non sono nemmeno avvicinabili. Inoltre bisognerà inevitabilmente cercare di abbassare il tetto ingaggi (decisamente superiori a quelli della Premier League) potendo quindi destinare maggiori risorse alle spese per i cartellini dei top player. L’Italia dei poveri ci proverà ancora una volta.
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