CALCIOMERCATO INTER FORLAN ATLETICO MADRID ETO’O ANZHI / Milano – Non è facile valutare la cessione di Samuel Eto’o: offerta irrinunciabile, venduto sottocosto, cessione obbligata? Inutile dire che la cessione del camerunese è avvenuta per esigenze di bilancio: plusvalenza importante e circa 60 milioni lordi di ingaggio risparmiati per i prossimi 3 anni. L’Inter si vuole fare trovare pronta per il fair play finanziario (perchè si preoccupano, o fingono di farlo, solo le società italiane?) e in tal senso vanno anche inquadrate tutte le ultime operazioni in entrata del club di Massimo Moratti: da Ranocchia a Nagatomo, da Pazzini a Castaignos, da Jonathan ad Alvarez, giocatori giovani per i quali si sono spese cifre anche importanti a livello di cartellino, ma con ingaggi decisamente in linea rispetto alle direttive societarie. Ingaggi: è proprio questo il punto. L’Inter non poteva permettersi di avere in rosa un ingaggio come quello di Eto’o: se il camerunese guadagna 10 milioni di euro, gli altri stipendi andrebbero comunque tarati sul suo ed è quindi normale che se Pazzini avesse segnato più di Eto’o nel prossimo campionato si sarebbe poi presentato alla porta di Moratti per chiedere un ingaggio che fosse almeno la metà di quello del prossimo centravanti dell’Anzhi. Il modello è il Manchester United dove Rooney guadagna circa 5,5-6 milioni a stagione e via via proporzionalmente tutti gli altri (ecco perchè la trattativa con Sneijder è naufragata). Bilancio sistemato e ringiovanimento della squadra, questi gli obiettivi (solo parzialmente dichiarati) della società neroazzurra e allora non si spiega il perchè della trattativa Forlan: l’uruguayano ha 32 anni e percepisce un ingaggio da 4,5 milioni a stagione. Chiede un triennale da almeno 4 milioni, quindi un’operazione complessiva da una trentina di milioni di euro per un giocatore che inevitabilmente imboccherà il viale del tramonto e che in caso di fallimento sarebbe impossibile da piazzare senza contribuire al ricco ingaggio. Per il nuovo corso neroazzurro i nomi che risponderebbero alle direttive sarebbero altri: da Zarate a Lavezzi, da Kucka al tramontato Casemiro, con l’unica eccezione che potrebbe essere rappresentata da Carlos Tevez, un ingaggio da top player, ma con ancora davanti a se parecchi anni per far innamorare San Siro.