Calcio / Edmundo senza limiti: ”Sono stato più forte di Ronaldo. Ecco come gli salvai la vita nel ’98”

Edmundo (Fiorentina)

CALCIO EDMUNDO RONALDO FIORENTINA / MILANO – Un Edmundo senza limiti ha concesso un’intervista decisamente interessante a Playboy Brasil, dove ha rilasciato delle dichiarazioni su Ronaldo e sulla Fiorentina che faranno senz’altro discutere: “Sono stato più forte di Ronaldo, non solo nel 1997, ma per tutta la vita. Ho fatto il doppio dei suoi gol, sono stato campione più volte. Forse essere campione del Brasile non ha valore e in Italia si? La lotta è tra 2-3 squadre, in Brasile ci sono 12 squadre che possono vincere il campionato. Essere capocannoniere in Brasile è difficile e ci sono riuscito, Ronaldo no. L’unica differenza è quello che è stato fatto con la Nazionale – dice -. Nel ’98 sono stato il primo a vedere lo stato in cui si trovava Ronaldo. Eravamo in stanze vicine, separate solo da una porta. Stavo andando in bagno quando attraverso la stessa, aperta, vidi Ronaldo con le convulsioni. Era sdraiato sul letto e Roberto Carlos era sul letto con la tv accesa e le cuffie, non si era accorto di nulla. Ronaldo era viola, con la bava alla bocca e il corpo che si contraeva. Uscii di corsa per cercare il medico che si trovava dall’altra parte, poi con Cesar Sampaio tornai immediatamente e riuscii a toglierli la lingua dalla gola per farlo respirare. Quando arrivarono i medici non era più in quella situazione. All’ora della merenda non mangiò nulla e Leonardo richiamò l’attenzione dei medici che lo portarono all’ospedale. Durante la lezione tattica Zagallo ci disse che Ronaldo non avrebbe giocato e io sarei entrato al suo posto. Mi disse: ‘Edmundo, questa è la tua occasione’. Ma al momento di andare a fare il riscaldamento arrivò Ronaldo, che chiese dov’era la sua roba perché doveva giocare. Stava bene. Zagallo mi fece un segno da lontano: ‘Mi dispiace, Edmundo, abbi pazienza’. Il medico doveva dimostrare di avere polso e non permettere di utilizzare un giocatore che aveva avuto le convulsioni. Ma togliere il miglior giocatore del mondo non era una decisione facile – continua -. Sulla Fiorentina avevo dei dubbi, non mi sembrava un club ambizioso e chiesi di mettere nel contratto una clausola che mi consentiva di tornare in Brasile per il Carnevale, e la Fiorentina la accettò. Cominciai a segnare e a giocare bene, Trapattoni mi disse che avrei giocato sempre titolare ma in occasione del carnevale 1999 la Fiorentina era in ritardo con il pagamento degli stipendi. E nel contratto c’era sempre la clausola per tornare in Brasile a Carnevale. Ne approfittai per chiedere gli stipendi arretrati. Arrivò la partita in casa contro il Milan, eravamo primi: Oliveira si infortunò, poi si infortunò anche Batistuta e la riserva Esposito entrò e si fece espellere. Il lunedì non mi pagarono e tornai in Brasile. Successivamente la Fiorentina perse anche contro l’Udinese giocando senza attaccanti. Il Milan vinse, ci superò e non perse più. Mi diedero la colpa di tutto e non mi pagarono comunque. Per avere i soldi dovetti andare in tribunale” ha concluso.

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