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Dalle stelle alle stalle / Fenomeni ai mondiali, bidoni subito dopo: ecco i casi più eclatanti

Schillaci (Getty Images)

FENOMENI MONDIALI BIDONI SUBITO DOPO / ROMA – Il Mondiale è ormai alle porte e tutti i tifosi si aspettano le prodezze dei grandi campioni che possano portare la rispettiva nazionale sino in finale. Eppure, da sempre, il Mondiale è l’occasione per coloro che solitamente restano nell’ombra: è il caso di Schillaci, soprannominato Totò, diventato il simbolo dell’Italia al mondiale del 1990 per i gol che trascinarono la nazionale di Vicini sino in semifinale. Schillaci si aggiudicò anche il titolo di capocannoniere e di miglior giocatore della competizione. Nello stesso anno arrivò secondo nella classifica del Pallone d’oro, dopo il tedesco Lothar Matthäus. Pochi gol rispetto al suo valore nella Juventus e nell’Inter, emigrò in Giappone nello Jubilo Iwata dove si persero definitivamente le tracce. Altro fenomeno per un mese fu Oleg Salenko, ex bomber della Russia miglior marcatore ad USA ’94. Mise a segno 5 gol in una sola partita, superando il polacco Ernest Wilimowski che nell’incontro Brasile-Polonia 6-5 del ’38 realizzò 4 reti. Dopo il mondiale non si seppe più nulla di lui e nella sua carriera toccò il picco massimo giocando con Valencia e Rangers. Tra le ‘meteore’ di Usa ’94 ricordiamo anche Al-Owairan, stella dell’Arabia Saudita ricordato ricordata perché siglò la sesta rete più bella storia dei mondiali, realizzata al termine di una cavalcata incredibile di 80 metri dribblando 5 avversari e trafiggendo Michel Preud’homme, che avrebbe poi vinto il premio Yashin come miglior estremo difensore del torneo. Da Usa ’94 ecco Francia ’98, dove si ricorda il marocchino Mustapha Hadji, ricordato per il gran gol alla Norvegia nella prima partita della sua nazionale. Sempre nello stesso anno divenne pallone d’oro africano. Firmò un contratto con il Coventry l’anno dopo prima di sparire nel dimenticatoio. Nel 2002 fu la volta di El-Hadji Ousseynou Diouf, fortissimo giocatore del Senegal che trascinò, insieme a Fadiga, la sua nazionale ai quarti di finale di Corea 2002. Nello stesso anno è stato nominato “miglior calciatore africano dell’anno” e si rese protagonista con prestazioni di grande livello come la storica vittoria e la successiva eliminazione della Francia. Diouf viene inserito nell’All Star Team del mondiale. Dal 2002 si trasferì in Inghilterrà dove con moltissimi bassi e pochi alti vestì le maglie, tra le altre, di Liverpool, Blackburn e Sunderland. Ebbe poca fortuna anche il suo compagno di nazionale Fadiga: nel luglio del 2002 firmò con l’Inter ma gli vennero diagnosticati dei problemi cardiaci che gli impedirono di giocare in Italia. Nel 2004 si trasferì in Inghilterra nonostante i medici gli avessero sconsigliato di continuare a giocare.Vestì le maglie di Bolton, Derby County e Coventry prima di ritirarsi in Belgio.

Pubblicato da
Stefano Migheli

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