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Serie A, Sampdoria e Genoa come Inter e Milan: se Milano diventa rossoblucerchiata!

Genoa in festa

SERIE A SAMPDORIA-GENOA COME INTER E MILAN / GENOVASe Milano diventa rossoblucerchiata e Genova rossonerazzurra. Strano destino quello che accomuna Genoa e Sampdoria e Inter e Milan in queste prime giornate di questa stagione, un’annata che sta premiando gli sforzi delle due genovesi e lascia a metà strada con infinite polemiche i risultati altalenanti di Inzaghi e Mazzarri. Genova capitale dell’Italia calcistica in questa decima giornata della Serie A dopo le belle vittorie di Sampdoria e Genoa di ieri pomeriggio, condite da esultanze particolari e che premia il lavoro di due tecnici che sembrano aver trovato una nuova dimensione con due formazioni che respirano aria di alta quota; forse era dai tempi di Boskov e Bagnoli che le due genovesi non toccavano picchi così alti durante una stagione, ritrovatesi in piena corsa Champions che momentaneamente scavalca le big milanesi e vede il Napoli l’incomodo più pericoloso insediatosi a 18 punti come i rossoblu.

Mihajlovic e Ferrero, la coppia che scoppia

Forse il segreto della Sampdoria terza in classifica sta nell’accoppiata allenatore-presidente, così diversi ma così esuberanti a loro modo e così uniti per un obiettivo comune: ripetere le gesta di Boskov e Mantovani nei limiti del possibile. Certo, mancano Vialli e Mancini, non c’è Lombardo a cavalcare sulla destra e non c’è Pagliuca in porta, ma l’esperienza di Romero (che ieri ha parato anche un rigore a Rodriguez dopo una prestazione all’altezza di un vice campione del mondo) che sta sostituendo ottimamente l’infortunato Viviano, altro punto di forza di questa squadra, è solo la punta dell’iceberg di una formazione costruita su solide mura (la difesa che si basa su De Silvestri, Gastaldello/Silvestre e Romagnoli), guidata da un capitano ritrovato (il regista Palombo) che scende in campo, o per meglio dire in battaglia, con un gruppo di giovani pronti a dare tutto per la maglia con grinta, corsa e agonismo in stile Mihajlovic: i vari Soriano, il ritrovato Obiang e l’ultim0 arrivato Rizzo, rappresentano l’anima di una squadra che ha voglia di stupire sino all’ultima giornata di questo torneo. Ovviamente non mancano le bocche di fuoco: Gabbiadini sta recitando il ruolo di top player e la sua metamorfosi da bomber completo potrebbero finalmente avvenire entro la fine di quest’anno; Eder si sta confermando dopo i progressi della scorsa stagione e rappresenta il jolly di un attacco che sta riscoprendo sempre di la boa Okaka, giocatore completamente trasformato dal tecnico serbo che ne sta facendo un attaccante di sacrificio ma anche un killer d’area di rigore e non solo.

Gasp e le sue scommesse: Matri e Iago Falquè le sorprese, in attesa di Lestienne e Fetfatzidis…

Se la Genova blucerchiata sorride, l’altra metà schierata col ‘Grifone’ non è da meno. Gasperini sembra tornato in paradiso dopo le esperienze infelici alla guida dell’Inter e del Palermo. Ritornato al suo solito modulo che gli da le giuste garanzie, ossia il 3-4-3, ha trasformato la sua squadra in un luna park del gol dove fanno festa soprattutto gli attaccanti Matri e Pinilla: 5 gol per l’ex bianconero in formato bomber ai tempi del Cagliari, 3 gol per l’ex Palermo e Cagliari che si porta dietro la maledizione dei rigori. Nel mezzo, sembra rinato anche Kucka (gran gol ieri contro l’Udinese) oltre ad una schiera di nuovi giocatori che sta stupendo per continuità di rendimento: Rincon, Edenilson, Iago Falquè e l’ex Siviglia Perotti su tutti (in attesa delle scommessa Lestienne e di Fetfatzidis, il ‘Messi’ Greco..), ma il successo di questa squadra si spiega anche e soprattutto con le parate di Perin e la continuità di De Maio, difensore centrale davvero interessante. La settimana perfetta che ha portato 9 punti in 7 giorni (nel mezzo la vittoria casalinga contro la Juventus…) ha rimbalzato la squadra di Preziosi nei piani alti della classifica quasi per caso; riuscirà ad inserirsi nella corsa Champions sino alla fine del torneo?

Mazzarri e Inzaghi colpevoli: Inter e Milan, dove siete?

Sampdoria e Genoa prendono dunque il posto di Inter e Milan nell’immaginario collettivo delle squadra a ridosso del duo scudetto Juventus e Roma. L’involuzione dei due team è da ricercarsi nella mancata oculatezza di un mercato povero di contenuti per i tanti impegni ravvicinati (vedi l’Inter) e di una ‘mezza confusione’ tattica con allegata gestione del gruppo un pò approssimativa (vedi Milan). Se Mazzarri può ricercare l’alibi delle assenze dovute agli infortuni e dal mancato apporto della società in chiave mercato (impensabile giocare 27 partite in 4 mesi tra campionato ed Europa League con soli tre attaccanti e due alternative a centrocampo), oltre ad una gestione delle forze e della squadra piuttosto discutibile in termini di gioco ad intermittenza, moduli e varianti tattiche che vengono meno, il Milan lamenta una gestione tecnico-tattica che necessita di tempo ma che mostra le prime crepe dopo appena due mesi: la scelta del modulo 4-3-3 per avvantaggiare un El Shaarawy che continua ad essere l’ombra di se stesso, l’impiego di Menez come falso nove che ha portato i frutti solo nelle prime due giornate (e che anche da esterno continua a giocare in maniera anarchica al centro…) e la scelta di Torres che sembra tutto fuorché il centravanti ammirato ai tempi dell’Atletico Madrid e del Liverpool. Nel mezzo, due sfoghi (El Shaarawy e Pazzini, che hanno trovato minuti in più da giocare dopo lo sfogo pubblico… sarà un caso?) che hanno portato Inzaghi a metterli subito in campo per evitare, forse, ulteriori polemiche, e gli immancabili consigli del presidente Berlusconi che forse contribuisce, consapevolmente o no, alla confusione tattica di un allenatore che ha bisogno di tempo e tranquillità per gestire errori e intuizioni di questi primi mesi da allenatore.

Sampdoria, Genoa, Milan ed Inter così diversi ma così simili con un destino, forse, ribaltato: sarà l’inizio di una nuovo Eldorado calcistico per le genovesi travestite da milanesi o sarà solo un magic moment di due squadre vogliose di stupire sino alla fine? Alle prossime giornate l’ardua sentenza.

Stefano Migheli 

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Stefano Migheli

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