Calcio, Simoni racconta: ”Ronaldo, il rigore di Iuliano e il sogno di una vita. Ceccarini? Lo aiutai, ecco come”

Luigi Simoni (Getty Images)
Luigi Simoni (Getty Images)

MILANO – Ospite a ‘Thank Gol it’s Friday’, appuntamento del venerdì de ‘La Gazzetta dello Sport’, l’ex allenatore dell’Inter Gigi Simoni si racconta a 360° tra Mazzarri, Thohir, Moratti, Ronaldo e Ceccarini, svelando qualche aneddoto e il proprio sogno del cassetto mai realizzato: ”Sull’Inter non mi aspettavo queste difficoltà che sono sorte in questa prima parte di stagione. Devo dire che non ero molto convinto che la squadra si esprimesse a grandi livelli, purtroppo è da quinto posto – dice -. Non mi sembra che abbia la possibilità di fare meglio. Mazzarri? E’ stato anche mio giocatore, però gli sarei grato se fosse più equilibrato nel dare giudizi; risulterebbe più simpatico nei momento di difficoltà e eviterebbe magari qualche polemica fuori luogo. Sostituire Moratti non è semplice nel cuore della gente e dei calciatori – continua -. Moratti è innamorato della squadra da generazioni, è troppo importante da sostituire, e farlo vorrebbe dire vincere subito. A Thohir non stanno dando il tempo per fare del proprio meglio, deve diventare come Moratti: innamorarsi, appassionarsi e vincere”.

Milan, il fallo Iuliano-Ronaldo e i soldi di Ceccarini…

Simoni ha parlato anche delle difficoltà del Milan: ”Per ritornare ad alti livelli deve comprare giocatori diversi. Manca qualcosa in difesa e centrocampo, con Honda gli è andata bene, per ora, ma non so quanto valga Torres… Ha un allenatore giovane, nuovo, bravo; però per una squadra come quella ci vuole esperienza. Io ho aspettato 15 anni per arrivare all‘Inter… Inzaghi è arrivato alla prima esperienza e non so quanto possa essere facile per lui. Il rigore di Iuliano? Tutti ne parlano ancora dopo 16 anni quando vogliono fare un esempio di un rigore non dato di un’importanza ‘vitale’. Fu un fallo incredibile: tanti juventini, ancora oggi, mi dicono che avevo ragione quella volta… Quell’anno inoltre non ci fu solo il nostro episodio: anche a Empoli, a Udine… E a Torino ci eravamo preparati perché sapevamo che poteva succedere qualcosa ed è successo… Il fallo era troppo evidente per non ammetterlo. Come sarebbe cambiata la mia carriera con quello scudetto? Forse sarei ancora all’Inter – ride -. In un certo senso tutte queste polemiche mi hanno aiutato a diventare popolare ma non mi hanno aiutato nella carriera: mi hanno fatto guadagnare qualche punto in simpatia ma ci ho perso… Se Moggi mi avesse chiamato per allenare la Juventus? Assolutamente no. Dopo quello che è successo… Ceccarini? Io avevo parlato male di lui dopo il fatto, nel tempo dopo anni non ci riuscii più. Addirittura lo aiutai per una causa con la ‘Gazzetta’: mi chiamarono per testimoniare a suo favore. La prima volta non andai, la seconda si. Mi domandarono: ‘ma lei è convinto che Ceccarini avesse venduto la partita?‘ Risposi: ‘No, non ho niente che mi faccia pensare a tutto ciò tranne il gesto che tutti possono vedere in tv‘. Allora lui vinse la causa e credo che si prese dei soldi da la Gazzetta dello Sport. Io che avevo subito il danno e riuscii a fargli guadagnare addirittura dei soldi!”

”Ronaldo, il numero uno” e il sogno nel cassetto

Simoni, poi, ha parlato di Ronaldo paragonandolo con altri fuoriclasse del calcio attuale: ”Il più grande calciatore allenato? Ho avuto la fortuna di allenare Ronaldo, che rimane il numero uno. Ma ce ne sono diversi: Baggio, Pruzzo, Bruno Conti… Come tecnica pura, credo che Ronaldo sia stato migliore di Messi perché lui la tecnica pura la metteva in pratica soprattutto quando faceva le cose in velocità. Accelerazione Ronaldo o Bale? Direi Bale. Potenza? Ronaldo meglio di CR7, ma sarebbe stata una bella coppia… Acrobazia: Ibrahimovic. Fantasia: Ronaldo più di Neymar, averlo visto in partita e in allenamento fare delle cose incredibili più e più volte me lo fa preferire… sono imparziale!”. Infine, Simoni svela il suo sogno mai realizzato: ”Che titolo mi sarebbe piaciuto vedere sulla Gazzetta? Simoni allenatore della nazionale. Un anno ci andai vicino…

Stefano Migheli 

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