Sassuolo – Un’infanzia difficile, tra sparatorie e allenatori pedofili. L’attaccante del Sassuolo Floro Flores, intervistato dalla rivista dell’Assocalciatori Il Calciatore, ripercorre i primi passi mossi nel mondo del calcio da giovanissimo, rivelando: “Avevo 10-11 anni quando sono entrato per la prima volta in una scuola calcio, l’Atletico Toledo. I miei lavoravano, ma la ditta di mio padre stava per fallire e i soldi per la scuola calcio erano troppi. Ma dopo che mi avevano visto giocare, gli dissero che non c’erano problemi. Ricordo che poi non passò molto tempo e saltò fuori che l’allenatore era un pedofilo. Me la rivedo ancora la scena, mentre stavamo giocando, la marea di carabinieri che è arrivata. Così tornai a giocare per strada”. Il giocatore ha poi parlato della difficile infanzia vissuta a Napoli, aggiungendo: ” Sono arrivato alla terza media e quel diploma mi è stato regalato. La mia strada era il calcio, cosa andavo a fare a scuola? Era un ostacolo e sono sicuro che per il 99% dei ragazzi a Napoli sia ancora la stessa cosa. Il primo sogno il calcio, non ci sono altre strade. Ricordo la volta che un prof voleva parlare con mio padre e io avevo paura perché sapevo che poi a casa le avrei prese. Ma quando dissero a papà che avrebbe dovuto vietarmi di giocare, lui rispose ‘Con che alternativa? Morire ammazzato o in galera?’. Adesso mi viene da sorridere, penso al posto dove giocavamo. Me le ricordo le sparatorie, noi ragazzini che correvamo via e ci nascondevamo”.
A.D. – www.calciomercatoweb.it