TORINO – Andrea Agnelli, presidente della Juventus, in conferenza stampa ha fatto il punto sulla stagione bianconera appena trascorsa: “Abbiamo chiuso un anno che ci rende estremamente orgogliosi. Usciamo con delle sensazioni sicuramente miste dalla partita di Berlino. È chiaro che quando uno gioca una finale di Champions League la gioca assolutamente per vincerla. È vero, oggi abbiamo il maggior numero di finali perse, però in finale ci siamo andati e questa è una cosa che conta, la Juventus ha giocato 8 finali di Champions League. La prestazione della squadra a Berlino è un ottimo punto di partenza per il futuro. Le svolte in questa stagione a livello europeo credo siano state la partita di Dortmund e la semifinale col Real Madrid, che ci ha permesso di giocare una partita con il Barcellona a viso aperto, una partita in cui abbiamo disputato 20 minuti esaltanti ed è stata una partita che avremmo potuto vincere. Poi ci sono episodi che non sono stati favorevoli e hanno permesso al Barcellona di segnare un gol in contropiede che ha chiuso la partita. Io non posso fare altro che pensare a questo percorso europeo e porlo a tutti noi come punto di partenza per il futuro: Milano è a 124 chilometri ed è comodo arrivarci, noi l’anno prossimo giocheremo sicuramente la finale di Champions League a Milano. Allegri? E’ arrivato in punta di piedi, si è inserito con il suo staff in maniera impeccabile per far sì che riuscisse ad entrare nel più breve tempo possibile in sintonia con quella che era già una squadra molto forte. Il risultato di 315 milioni di fatturato a fine stagione 2013-14 ci permette di affrontare grandi potenze europee sul campo e il punto è saper gestire bene la nostra potenza di fuoco. Il mio obiettivo è garantire la continuità della crescita e della competitività della squadra. Non cerchiamo investitori all’estero, non ne abbiamo bisogno, e io sto bene dove sto. Del mercato parlatene con Marotta. Morata? È stato il giocatore più determinante in Champions, è sicuramente il presente, del futuro dovete chiedere al direttore. Se la Juve è andata in finale di Champions e il Napoli e la Fiorentina in semifinale di Europa League non è grazie al sistema Italia, ma solo grazie al lavoro di queste tre società. Cosa manca per vincere e svoltare definitivamente? In primis gli impianti sportivi, in secondo luogo un progetto vero. Nessuno ha la bacchetta magica per cambiare le cose dall’oggi al domani, né Abete prima, né Tavecchio oggi, ma bisogna avere un progetto a medio-lungo termine nell’ottica di 5-10 anni, come hanno fatto Francia, Germania e Portogallo ciascuno a suo modo. È stato deciso di investire sulla goal line technology con una spesa per ogni singola squadra di 400 mila euro. Sono trovate le risorse per risolvere 2-3 casi all’anno ma con la metà di quei soldi potremmo garantire sicurezza e certezza di intervento alle forze preposte. Questo mi lascia perplesso sulle nostre priorità e mi sento incapace di influire sulle politiche sportive del calcio italiano. Con la Roma c’è grande rivalità storica, ma con Pallotta ci sono grandi sintonie e lo stesso vale per Thohir. Scandalo Fifa? Prematuro fare commenti sullo scandalo, ogni giorno escono fuori nuovi elementi: l’unica cosa che posso dire è che non dà una bella immagine del calcio” ha concluso.
S.M.
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