SASSARI – Nuovo acquisto per l’A.S.D. Torres calcio a 5. Nelle ultime ore la società allenata da mister Mario Desole ha perfezionato l’ingaggio di Veronica ‘Zanzara’ Sotgiu, calciatrice proveniente dall’Atletico Oristano, società militante nella Serie B di calcio a 11.
Sassarese, 27 anni, classe ’89, professoressa di educazione fisica specializzata in Scienze e tecniche dello Sport, ha conseguito la specialistica nel 2015 dopo aver studiato nelle università di Cagliari e Roma. Una vita dedicata al calcio a 11 dove ha mosso i primi passi (o meglio i primi calci) nella Torres maschile all’età di 7 anni, esordendo alla Torres femminile a 12 anni. A 17 arriva la svolta: prestito all’Atletico Oristano dove inizia la vera carriera della ‘Zanzara’.
Veronica, la domanda è legittima: perché sei stata soprannominata ‘Zanzara’?
”Me lo chiedono tutti. E’ un soprannome che mi hanno affibbiata dall’età di 12 anni. In una partita contro l’Olbia sono stata scelta per marcare una giocatrice avversaria, una scelta fatta da mister Antonello Lisai. A fine partita mio padre chiese all’allenatore come avevo giocato, la sua risposta fu la seguente: ‘Ha giocato bene, non ha lasciato un attimo l’avversaria da marcare: sembrava una zanzara’. Da quel giorno per tutti io sono ‘Zanzara’: qualcuno addirittura neanche conosce il mio nome, persino gli arbitri in diverse partite mi hanno chiamata così sul terreno di gioco”.
La tua carriera in prima squadra, si può dire così, è nata all’età di 17 anni quando sei stata ceduta all’Oristano.
”Si è così. Dopo il settore giovanile alla Torres sono stata ceduta in prestito all’Oristano, poi divenuto a tutti gli effetti una cessione a titolo definitivo. Rimasi li sino al 2009 prima di rientrare alla ‘base’ a Sassari in Serie C ma durò un solo anno. Dal 2010 al 2015 tornai all’Oristano. A questo proposito colgo l’occasione per ringraziare tutta la società, soprattutto i dirigenti e il presidente; li ringrazio non solo per i loro notevoli sforzi economici ma per i 10 anni passati insieme perché sono stati una vera famiglia. Mi hanno permesso di giocare in Sardegna nonostante abbia sempre studiato fuori. Sono stati gli anni più bella della mia vita e i ricordi non svaniranno mai. Auguro un grande in bocca al lupo alla società nonostante le nostre strade si siano divise e spero che la nuova mia nuova avventura possa andare nel migliore dei modi”.
Cosa pensi che ti mancherà dell’Oristano?
”Mi mancheranno i viaggi ma soprattutto il dopo allenamento, le cene e le feste in generale. A prescindere da come sono andate le cose io avevo proprio sposato la causa oristanese. Non dimenticherò anche qualche memorabile cazziatone…”.
10 anni di calcio ‘con le grandi’ sono tanti, considerando che davanti potresti averne altri 10. Chi sono stati gli allenatori che hanno segnato il tuo cammino?
”Senza dubbio 3: Antonello Lisai, Mario Silvetti e Manuela Tesse. Lisai l’ho avuto alla scuola calcio, gli sono riconoscente e non posso che ringraziarlo per la passione che ci ha messo negli anni basilari di un’atleta. Silvetti senza alcun dubbio è stato quello più incisivo: mi ha presa quando avevo 17 anni e ho avuto la possibilità di giocare con calciatrici davvero forti e molto più grandi me che mi hanno insegnato tanto. Tatticamente è il migliore e lo ringrazio per quello che ha fatto: nonostante strillasse per 92 minuti al mio orecchio ogni partita, solo un ‘folle’ poteva spostarmi sempre sul lato della panchina per non farmi sbagliare e ‘obbligarmi’ ad usare il piede sinistro quando era necessario, altrimenti o mi toglieva o me ne diceva di tutti i colori. Devo ringraziarlo soprattutto per questo e per avermi spronata costantemente in tutti i modi al fine di giocarmi il posto ogni domenica. Per non parlare del suo ‘uno-due con chi vedi’… Ce l’avevo scritto persino nelle mani! Infine, Tesse: nonostante l’anno travagliato è stata la prima e unica mister donna e posso dire con assoluta certezza che non ha nulla da invidiare a nessun uomo. La ringrazio per aver curato specialmente la mia fase difensiva, dove ho sempre avuto qualche carenza, e soprattutto per le belle parole che ha speso nei miei confronti”.
Tra le giocatrici più forti viste e incontrate, con chi avresti voluto giocare?
”Sicuramente con Tamara Pintus, finalmente ci riuscirò, e con Pamela Conti”.
La compagna più forte?
”Iside Lay. In assoluto è la più forte con cui ho giocato sinora. E’ anche quella che più mi strillava da dietro, giocava difensore centrale”.
L’avversaria?
”Direi Alia Guagni, anche se l’ho incontrata da avversaria soltanto in allenamento durante la mia esperienza in America”.
Raccontaci qual è stata l’esperienza più significativa.
”Senza dubbio i 2 mesi a Seattle nel 2013. E’ capitata questa opportunità grazie all’Oristano: io e la mia ex compagna Isabella Agus abbiamo potuto approfittare di questa occasione irripetibile. Posso dire senza ombra di dubbio che sono stati i 2 mesi più belli della mia vita. Si sa, il calcio femminile americano è uno dei migliori del mondo e ho avuto modo di confrontarmi in una realtà diversa: loro sono molto più fisiche e cattive di noi, o la palla o la tibia, ma tecnicamente siamo più forti noi”.
Qual è stato il tuo ruolo a calcio e il numero di maglia?
”Principalmente trequartista dietro le punte ma ho giocato anche come centrale di centrocampo. Sono sempre stata affezionata alla 10: solitamente ho sempre avuto questo numero ma quest’anno è già occupata da Tamara Pintus, il mio idolo da quando avevo 12 anni. Scelsi la 10 per lei.”.
Ti pongo la stessa domanda ma riferita al calcio a 5, di cui ora parleremo: quali saranno ruolo e numero?
”Sicuramente il ruolo di esterno: essendo piccolina non potrei giocare da pivot, prenderei troppe sportellate. Da centrale difensivo la porta sarebbe troppo lontana… (ride, ndr). Credo che il ruolo di esterno si adatti meglio alle mie caratteristiche tecniche. Per quanto riguarda il numero di maglia, come ho detto prima, la 10 ha già una padrona importante ma posso dire che non ho nessun problema a scegliere un altro numero: ho optato per il 19, perché 1+9 fa 10”.
Perché hai scelto di intraprendere l’avventura nel futsal e cosa pensi di questo sport?
”Negli ultimi 2 anni volevo affacciarmi a questo sport, ero incuriosita da questa disciplina e l’ho praticata nel torneo universitario. Inoltre, per questioni soprattutto lavorative ho deciso di accettare questa offerta perché ritengo il progetto e soprattutto la società molto seri. Come ho detto prima, ero e sono curiosa di vivere sulla mia pelle il calcio a 5 e col tempo capirò meglio che cosa vuol dire essere protagonista in questo sport, sicuramente un’altra disciplina rispetto al calcio. Spero che le compagne e il mister mi aiutino al meglio per imparare presto e bene, mi impegnerò al massimo pur sapendo che non sarà semplice”.
Quali sono i tuoi obiettivi personali?
”Sicuramente disputare un buon campionato, divertirmi ed essere utile alla causa. Inoltre spero di rivedere i miei genitori in tribuna dopo tanto tempo”.
Concludiamo con una domanda ‘particolare’: i momenti memorabili della tua carriera.
”Sono 3: ricordo l’allora allenatore Michele Pintauro che dalla rabbia ha staccato un seggiolino dalla panchina durante la gara contro il Milan… L’arbitro voleva cacciarlo perché ha creduto volesse tirarmelo! Ricordo la vittoria in casa contro il Cuneo che contro di noi si stava giocando la promozione in Serie A: in casa loro ci umiliarono a parole, noi ci siamo vendicate con una vittoria meritata costringendole a giocarsi il tutto per tutto nell’ultima gara. Infine, una soddisfazione personale legata ad un rigore sbagliato ma anche ad un gol vittoria: l’anno scorso durante Oristano-Castelfranco sbagliai il rigore del 2-1 tirandolo alto in tribuna. Riuscimmo comunque a pareggiare e al 92′ siglai la rete della vittoria: mi è capitata la palla della vita in area dove stoppai, mi girai e col sinistro la piazzai all’angolino. Se non avessi segnato quella rete non so che cosa sarebbe successo… Ci giocavamo ancora il campionato!”.
Grazie per la tua disponibilità e del tuo tempo ‘Zanzara’ Sotgiu, in bocca al lupo!
”Grazie, crepi il lupo. Anche in questo caso vorrei cogliere l’attimo per dire che sono molto contenta di iniziare quest’avventura e che non ho nessun rimpianto per quanto riguarda il passato. Non vedo l’ora di cominciare e ringrazio le mie nuove compagne per avermi accettata nel migliore dei modi; dopo tanti anni entrare in un nuovo gruppo non è facile e mi hanno accolta bene da subito. Ah, dimenticavo: sono felice di usare le ‘vere’ scarpette da calcio a 5, quelle da indoor: le ho sempre volute indossare e giocarci!”.
Stefano Migheli – www.calciomercatoweb.it