ROMA – Nazionale, Ventura si concede un’intervista al ‘Corriere della Sera’ dove esprime le proprie considerazioni in questi primi mesi da CT: “Stiamo provando a cambiare il movimento e qualcosa è successo – dice -. Alla gente interessa soprattutto il risultato, non chi lo fa. Ma io mi devo chiedere quali sono i presupposti per ottenerlo. Ho cominciato a girare per le società, a parlare coi presidenti e con gli allenatori: oggi i club fanno giocare più giovani che dieci anni fa” ammette.
Nazionale, Ventura: ”Qualcosa è cambiato”
“Lippi aveva i campioni da selezionare. Conte all’Europeo ha avuto il tempo di fare l’allenatore e dare forma alla squadra. Io i giovani come faccio a tirarli fuori? Me li vado a cercare. Dopo lo stage con 22 ragazzi li ho fatti tutti controllare la domenica successiva. Il motivo? Perché se avessero avuto l’atteggiamento da fighi non sarebbero più tornati in azzurro. Nessuno, però, c’è cascato: c’è stata una crescita, sono stati motivati e stanno andando bene. È un lavoro a 360 gradi, tecnico e psicologico. Le potenzialità vanno tirate fuori. Se parli e vedi occhi di chi assorbe tutto come una spugna, vuol dire che i giovani si stanno aprendo e puoi spiegargli quello che vuoi”.
“Balotelli? Ci vuole un rapporto e quando parleremo capiremo se ci sarà la possibilità di collaborare con lui. Sino adesso non ha fatto quello che le sue qualità gli avrebbero consentito. Come gestire i giocatori ribelli? Nei club ci ho dedicato tantissimo tempo, ho avuto grandissime vittorie, ma anche sconfitte: ricordo Sanchez Mino al Toro, non capiva come i tifosi si permettessero di contestarlo. Su Pellé in un club avrei avuto tempo di lavorarci, qui no. So che ha chiesto scusa ai compagni.”
“Sono rimasto fuori dal grande giro anche per colpa di correnti di potere stile Gea? In buona fede sì. La colpa è stata anche mia, non ho capito che nel calcio non contava più l’essere ma apparire” ha concluso.
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