La Juve parte alla volta di Mosca per la sfida al Lokomotiv. Non c’è però De Ligt, infortunato. A prendere il suo posto uno fra Demiral e Rugani.
La Juve parte alla volta di Mosca per la sfida al Lokomotiv. Non c’è però De Ligt, infortunato. A prendere il suo posto uno fra Demiral e Rugani. Questo il grande dubbio di mister Sarri che deve decidere chi affiancare a Bonucci nella solita difesa a quattro che verrà completata da Danilo ed Alex Sandro sulle rispettive fasce. Una grana non da poco per l’allenatore toscano, soprattutto dopo che il difensore olandese si è sbloccato anche dal punto di vista realizzativo, con la rete segnata nel derby contro il Torino. Arrivato durante l’ultima sessione del mercato, De Ligt ha infatti avuto qualche problema nell’ambientarsi, per poi trovare la dimensione ideale nelle ultime uscite.
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Tra Rugani e Demiral, a meno di sorprese, dovrebbe spuntarla il difensore ex Sassuolo. Oggetto misterioso per i più, sorpresa sicuramente positiva per gli addetti ai lavori. Durante il precampionato infatti si è messo in grande evidenza, soprattutto durante l’International Champions Cup. Competizione dove proprio contro l’Inter mette in mostra tutte le sue qualità. In campionato invece è stato impiegato solo nella vittoriosa partita contro il Verona del 21 settembre. Insomma, il classe ’98 non scede in campo da un bel po’ e di conseguenza Sarri potrebbe avere qualche dubbio nel farlo esordire nella massima competizione europea. Resta però per il difensore una grande possibilità per mettersi in mostra e per scalare le gerarchie all’interno della squadra bianconera.
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Rugani invece resta l’eterna promessa a Vinovo. Dall’arrivo dall’Empoli non ha mai convinto a pieno, tanto da realizzare 70 presenze nell’arco di cinque stagioni. Sicuramente non il massimo per uno dei giocatori che dovrebbe diventare un pilastro della Nazionale Italiana. La situazione non è cambiata neanche con l’arrivo di Sarri, che vanta anch’egli una sola presenza, contro il Genoa, dove è partito titolare ed ha giocato l’intero match. Resta quindi vivo un ballottaggio con la certezza che chiunque vada in campo debba essere autore di una grande prestazione per convincere tecnico e società, per non restare per tutto l’arco della stagione un gregario.
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