Inter, cosa succede alla difesa di Conte?

La sconfitta contro il Borussia Dortmund ha confermato il momento negativo della difesa dell’Inter. Rispetto all’inizio di stagione, il muro nerazzurro ha cominciato ad evidenziare qualche crepa

Diego Godin Inter (Getty Images)
Diego Godin Inter (Getty Images)

In casa Inter è scattato un campanello d’allarme dopo la sconfitta contro il Borussia Dortmund in Champions League. Passare da 2 a 0 a 3 a 2 non è usuale, tanto più per le squadre di Conte. Ad inizio stagione i nerazzurri avevano alzato un muro difficilmente penetrabile: fino alla sesta giornata di campionato due soli gol incassati e migliore difesa del campionato. Dal ko contro la Juventus è cominciata la metamorfosi e in cinque turni Handanovic è stato superato sette volte, per un totale di 11 reti. La retroguardia dell’Inter è scivolata al quarto posto nella classifica delle difese meno battute, al comanda della quale ci sono Juventus e Verona con 9 gol subiti e Cagliari, uno in più. In Champions, un rete incassata contro lo Slavia Praga, poi due a Barcellona e le tre di Dortmund: rispetto a queste ultime due gare, il dato preoccupante rispetto sono i riti subiti, 38 di cui 13 nello specchio della porta.

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Inter, le difficoltà di Godin condizionano la tenuta della difesa

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“La questione riguarda tutta la squadra, non si possono addossare tutte le colpe ad un solo settore”, la spiegazione di Conte a questa involuzione. Niente luce puntata sui singoli dunque, ma alla fase difensiva devono partecipare tutti, gli attaccanti in primis. Un discorso a parte, però, lo merita Godin. L’uruguaiano era arrivato con l’intento di dare esperienza e solidità al reparto, ma in questa fase è l’elemento più in difficoltà della difesa a tre dell’Inter. Leader indiscusso della linea a quattro di Simeone, l’ex capitano dell’Atletico Madrid sta avendo problemi nell’adattarsi alla destra di De Vrij, al momento il migliore, e Skriniar, meno affidabile rispetto allo scorso anno, quando era uno dei centrali dei quattro difensori schierati da Spalletti.

Q.G. 

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