Settimana di polemiche per i tecnici Sarri e Ancelotti. L’Associazione Italiana Allenatori si schiera dalla loro parte, come rivelato in esclusiva a CalciomercatoWeb.it dal presidente Renzo Ulivieri.
Non è facile essere un allenatore. Soprattutto se ti chiami Maurizio Sarri o Carlo Ancelotti. Tante le polemiche e le chiacchiere che hanno visto protagonisti i due tecnici. Il primo per il caso Ronaldo, il secondo per l’ammutinamento del San Paolo. Storie differenti, ma che raccolgono comunque il sostegno di Renzo Ulivieri, veterano delle panchine nostrane e presidente dell’Associazione Italiana Allenatori: “L’allenatore è chiamato ed è pagato per compiere delle scelte tecniche – spiega Ulivieri in esclusiva ai microfoni di CalciomercatoWeb.it – E con questa filosofia, Sarri ha agito nei confronti di Ronaldo. Un allenatore sbaglia soltanto quando non fa scelte tecniche, ma tiene in considerazione altri fattori. Nei novanta minuti esiste soltanto l’interesse della gara. E se Ronaldo reagisce in questa maniera, sbaglia non solo nei confronti dell’allenatore, ma di tutto l’ambiente bianconero, dalla società fino ai tifosi”.
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Una posizione netta, Ulivieri l’ha presa anche nei confronti di Carlo Ancelotti, protagonista in negativo con il suo Napoli. Sulla formazione azzurra si è abbattuto un uragano mediatico, esploso dopo la rivolta dello spogliatoio nel post-Salisburgo. Una rivolta che, però, il presidente dell’AIA ha provato a stemperare così: “Nonostante tutto, il Napoli ha dimostrato di avere un gruppo unito e bello solido. Era coeso nel diro no alla decisione del presidente e la cosa non mi meraviglia. I calciatori hanno la testa per fare delle scelte proprie, possono ubbidire e disubbidire”.
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Una lettura diversa, quella che Ulivieri ha provato a fornire, nella convinzione che l’ammutinamento azzurro non sia stato un gesto di rivolta nei confronti di Ancelotti: “Non credo che il tecnico si sia sentito esautorato, anzi. Lui è dovuto andare in ritiro e non avrebbe potuto fare altro. E’ nella logica delle cose che i calciatori rifiutino una decisione della società, così come è nella logica delle cose che la società voglia prendere dei provvedimenti. Poi sarà il giudice a dire la sua. Noi dell’AIA siamo dalla parte dell’allenatore, soprattutto quando ha ragione. Come in questo caso”.
A.M.
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