Nonostante il passare del tempo la piaga del razzismo colpisce ancora il mondo del calcio. Tutti i dati inerenti al fenomeno: dall’Inghilterra all’Italia.
Ieri sera il messaggio più bello in un momento così delicato è arrivato dall’esultanza combinata di de Jong e Wijnaldum che mostrando i loro colori di pelle hanno chiaramente voluto dare un ‘calcio’ virtuale al razzismo. Piccolo gesto che sintetizza al meglio il momento delicato che sta attraversando l’Europa del calcio in questo senso. Negli ultimi mesi l’Italia ed in particolare la Serie A sono balzate alla cronaca proprio per episodi di discriminazione nei confronti di Lukaku prima e Balotelli poi, mentre in Europa è recente il caso di un Taison furioso sfociato in un comprensibile sfogo. Situazioni troppo spesso minimizzate ed etichettate come semplici sfottò o ‘goliardia’ che però di fatto infangano gli stadi di tutto il mondo. In tal senso la redazione di ‘Calciomercato.it’ con uno speciale dedicato ha messo alla luce tutti i dati riguardanti questo disprezzabile fenomeno.
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Numeri alla mano il razzismo ed in generale la discriminazione è in aumento nel calcio come dimostrato dalla media degli episodi segnalati ogni mese. Dal 2018 alla metà del 2019 c’è stato un incremento di comportamenti discriminatori da 12.8 a 16.2. Dal punto di vista territoriale il 79% degli episodi segnalati è avvenuto in Europa con il 21% del resto del Mondo con incrementi nella prima metà del nuovo anno che portano il conto a 83% contro il 17%.
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Nei due anni presi in considerazione nell’analisi a sorpresa è l’Inghilterra a risultare il paese con più fenomeni segnalati: circa il 16% nel 2018%, contro il 20% di quest’anno. Nel 2019 sorpasso indecoroso dell’Italia sulla Spagna con il passaggio dall’8% a quasi il 10% per il nostro Paese, mentre il calo iberico porta i numeri dall’11% al 5%. Numeri molto più contenuti in Germania dove non si arriva al 3% e in Francia dove ci si ferma a 0,88%.
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Dati alla mano i tifosi non sono gli unici colpevoli di razzismo nel mondo del calcio seppur comprendano la fetta nettamente più alta. I fan infatti sono colpevoli di episodi discriminatori per oltre l’87% dei casi nel 2019 ma non sono esenti da colpe anche altre figure. Tra il 7% e il 9% degli episodi in questione portano la firma di calciatori, mentre nel 2019 il 3,5% è stato compiuto addirittura dagli arbitri. 1,75% gli allenatori mentre si sono ridotti allo 0 quelli dei dirigenti.
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G.B.
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