Serie A, il prolungarsi dell’emergenza coronavirus apre dubbi sul campionato: possibile obbligo di ripresa a porte chiuse, ecco gli scenari
Continuano ad aumentare i numeri di contagi e morti per la pandemia di coronavirus, in Italia come nel resto d’Europa e del mondo. L’emergenza nel nostro paese sembra non aver raggiunto ancora il suo picco massimo e dovrebbe essere soltanto una formalità il prolungarsi, a breve, delle misure di sicurezza che avevano come prima scadenza la data del 3 aprile. E’ molto difficile, in questa situazione, ipotizzare quando avverrà un possibile ritorno alla normalità. Incluse le manifestazioni sportive, che sono naturalmente un problema secondario al momento ma sul destino delle quali ci si interroga.
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Le prime date ipotetiche per la ripresa dell’attività agonistica in Serie A sono state individuate dal presidente Figc Gravina a maggio, anche se potrebbero essere destinate anche queste a slittare ulteriormente, magari anche a giugno. Pare certo che la ripresa, in ogni caso, debba avvenire a porte chiuse, per prevenire possibili focolai di contagio di ritorno. Questo, al netto di una situazione che permetta il ritorno sul campo, tra alcune settimane, in condizioni di sicurezza per giocatori e componenti degli staff tecnici, che a loro volta rischierebbero nuovi casi di contagio. In quel malaugurato caso, lo stop sarebbe definitivo e rimanderebbe tutti alla prossima stagione.
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Non è da sottovalutare nemmeno uno scenario in cui una ripresa a porte chiuse, anche se non in condizioni di sicurezza totale, possa essere incoraggiata come segnale positivo per la società civile. La ripartenza del campionato sarebbe una prima indicazione di un graduale ritorno alla normalità. Magari, anche incentivando le persone a restare a casa a vedere le partite in tv, evitando un ritorno in massa da parte di tutti per le strade. In questo senso, da parte della Lega Calcio potrebbe esserci una nuova distribuzione degli orari delle gare, tutte su orari diversi come avviene in Spagna. Ma riprendere potrebbe essere anche un ‘obbligo’ per evitare il default di tutto il sistema. In tema di diritti televisivi, i risarcimenti alle pay tv per la mancata disputa delle partite potrebbero mandare numerosi club sul lastrico. In Premier League, per esempio, l’Indipendent stima che la cifra da corrispondere ai broadcasters sarebbe di circa 825 milioni di euro.
Il problema è che se, una volta ripartiti, fosse trovato un altro giocatore positivo al coronavirus, si dovrebbe fermare di nuovo il campionato. Insomma, le possibilità che non si finisca la stagione sono concrete. Cosa succede in tal caso? Il giornalista Ilario Di Giovanbattista risponde così a ‘Radio Radio’: “Mi hanno rivelato che si va verso la cristallizzazione della classifica con lo scudetto assegnato alla Juventus. In Champions vanno anche Lazio, Inter e Atalanta, mentre non ci sarebbe nessuna retrocessione e la prossima stagione sarebbe a 22 squadre con la promozione di Benevento e Crotone“.
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N.L.C.
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