Argentina, Osvaldo senza filtri: “Quasi ucciso in un bar a Roma”

A tutto Daniel Osvaldo: l’ex attaccante di Serie A racconta senza filtri le proprie avventura e la rabbia verso un allenatore

Daniel Pablo Osvaldo
Daniel Pablo Osvaldo (Getty Images)

L’emergenza coronavirus ha fermato il calcio da ormai un mese e mezzo e i calciatori ne approfittano per rivivere emozioni e delusioni degli anni passati. È il momento dei retroscena e degli amarcord e in tanti stanno decidendo di raccontare i propri aneddoti attraverso delle dirette di Instagram per passare del tempo con i tifosi o attraverso i giornali.

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A parlare del suo passato senza nascondere nulla è l’ex giocatore di Serie A Pablo Daniel Osvaldo, che tra le altre ha vestito le maglie di Juventus, Roma e Inter oltre a quella della Nazionale italiana.

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Italia, rabbia Osvaldo: “Spero che Prandelli stia passando male la quarantena. A Roma mi stavano per uccidere”

Daniel Pablo Osvaldo
Daniel Pablo Osvaldo (Getty Images)

È proprio riguardante la Nazionale il rimpianto più grande del centravanti italo-argentino, che nel corso di un’intervista ai microfoni di TNT Sports ha parlato male della gestione Prandelli. Ecco le sue parole: “Avevo fatto sei o sette gol nelle qualificazioni, ero un titolare e indossavo la maglia numero 10. Lui però mi lasciò fuori dai Mondiali perché ascoltò i giornali che dicevano che io ero argentino. Spero stia passando male la quarantena“.

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La chiamata con il club: “Successivamente Prandelli mi chiamò per andare al Galatasaray, gli dissi che non avrei accettato neanche per 50 milioni di euro. La cosa brutta è che scoprii di non essere convocato attraverso i giornali, non mi chiamò neanche. Ci sono rimasto malissimo e sono finito a piangere, volevo morire: meritavo di andare in Brasile“.

Daniel Pablo Osvaldo
Daniel Pablo Osvaldo (Getty Images)

Una triste avventura a Roma: “Una volta in un bar di Roma mi stavano per uccidere. Mi salvarono Totti e De Rossi che mi accompagnarono per sistemare le cose, non sono uno stupido”.

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