Milan, l’ex rossonero Stefano Eranio in esclusiva ai microfoni di CalciomercatoWeb.it: “Sulla questione Rangnick-Maldini c’è un indizio che mi fa pensare”
L’ambiente milanista lo conosce bene, avendolo vissuto dal 1992 al 1997 da giocatore e dal 2004 al 2006 come allenatore delle giovanili. Soprattutto, conosce bene Paolo Maldini, l’uomo al centro del ciclone mediatico, fatto di voci e di rumors, che potrebbe nuovamente abbattersi sul Milan e che porterebbe con sé una nuova rivoluzione: “E’ davvero difficile capire il momento societario del club, ma il calcio è sempre stato così, pieno di queste azioni di disturbo e di voci. E solo i risultati in questi casi possono salvarti”. Parole di Stefano Eranio, che in esclusiva ai microfoni di CalciomercatoWeb.it ha provato a dirci la sua sul momento dei rossoneri.
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E tornando a parlare di risultati, Eranio è stato abbastanza chiaro sulla storia recente del Milan: “Purtroppo, questi mancano da un po’ ai rossoneri, dunque ogni personaggio che parla, ogni rumors, ogni voce di mercato può recare disturbo e smuovere le acque in maniera confusa. Il futuro di Maldini? Oggi ci sono queste voci su Rangnick, ma se la società non procede con delle smentite, è difficile immaginare un futuro di Paolo al Milan. Poi leggo che il tedesco vorrebbe rivoluzionare un po’ tutto l’ambiente, portando con sé almeno venti persone da piazzare tra giovanili e staff tecnico. Starà al Milan, in ogni caso, capire quale soluzione adottare per riprendersi”.
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Tuttavia, per Eranio, al Milan sembra mancare di un aspetto in particolare: “Tutti gli anni siamo a chiederci di cosa necessita il club. Io dico che serve pazienza. Bisogna dare tempo ai professionisti, anche quello di sbagliare. Non è così che si fanno i progetti, puntando sempre il dito contro qualcuno e rivoluzionando ogni anno. Se ad ogni stagione sistematicamente ti cacciano o vieni messo nelle condizioni di essere cacciato, c’è qualcosa che non va”.
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Infine, una parentesi anche sul suo Genoa, e sul campionato di Serie A che potrebbe rivedere la luce il prossimo 13 giugno: “Ammesso che il campionato riparta – spiega Eranio – Non sappiamo se sarà possibile chiuderlo per via di questo nuovo protocollo. Mettere in quarantena una squadra intera al primo positivo, significa chiudere i giochi. E a quel punto bisognerà capire anche quali saranno le regole, se ci saranno ancora retrocessioni o se si congelerà la classifica. Il Genoa con l’arrivo di Nicola aveva fatto sperare in un rilancio, ma adesso dopo due mesi di stop bisognerà capire in che stato fisico ed emotivo siano i calciatori”.
“Per tutte le squadre che sono in lotta per qualcosa, la ripresa sarà davvero un’incognita, nonché un grosso disagio – conclude amaramente Eranio – Il calcio vive di momenti e di entusiasmo ed è chiaro che questo virus abbia fatto scemare un po’ tutto. Dire che il campionato sia ormai falsato è poco”.
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