Il Milan non ha puntato su Ralf Rangnick e il tecnico tedesco ha parlato oggi per la prima volta spiegando la situazione e ciò che è successo in questi mesi
È stata una stagione di alti e bassi per il Milan, che si è conclusa con un grande cammino che ha fatto cambiare i piani alla società. Ralf Rangnick no è arrivato più ed è stato deciso di continuare con Stefano Pioli. Il tedesco ha spiegato ciò che è successo in questi mesi attraverso i microfoni della Gazzetta dello Sport, di seguito sono riportate le sue parole.
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Ho avuto i primi contatti con i rossoneri a ottobre, quando il Milan era a tre punti dalla zona retrocessione. Poi c’è stata una crescita dopo il coronavirus e non sarebbe stato saggio né rispettoso cambiare, per questo è arrivata la rottura. Pioli secondo loro ha meritato la conferma, lo penso anche io e l’ho apprezzato molto. Poi se è la scelta giusta nel medio-lungo termine è un altro discorso…”.
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Calciomercato Milan, Rangnick: “Non è nel mio stile puntare su 38enni come Ibrahimovic”
Ralf Rangnick poi ha parlato anche della scelta di continuare con Zlatan Ibrahimovic in attacco: “Non è nel mio stile puntare sui calciatori 38enni, anche se magari hanno qualità come Ibrahimovic. Io preferisco comunque creare valore, sviluppare giovani talenti. Per me ha poco senso puntare su Ibra e Kjaer, ma questa è la mia idea. Quando Zlatan ha detto che non mi conosceva aveva ragione: non ho mai parlato con lui, non lo conosco neanch’io”.
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Su Maldini: “Io non ho mai detto mezza parola sul Milan, mai. Ho una regola: non parlare di chi non conosci. Maldini da giocatore è stato una leggenda, ma non posso dirne lo stesso da direttore sportivo perché non ne conosco l’operato. Mi chiedo solo se la proprietà del Milan è contenta dei risultati in rapporto alla quantità di denaro speso…”.
L’addio di Boban: “Io non ho mai parlato di Boban. Se mi chiedete se sono stato io il responsabile del suo addio al progetto Milan, dovete girare la domanda ai dirigenti rossoneri e ai diretti interessati. Non certamente a me”.
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