L’ex difensore Fulvio Collovati è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni: da Conte e Pioli a De Paul, di seguito tutti i temi trattati
Tantissimi giocatori italiani hanno lasciato il segno nella storia del calcio nostrano e non solo. Uno di questi è certamente Fulvio Collovati, ex difensore su tutte di Inter, Milan e Roma. Si è tolto anche una grandissima soddisfazione con la Nazionale, diventando uno degli eroi del mondiale vinto in Spagna nel 1982. Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Calciomercatoweb.it, il friulano ha affrontato diversi temi riguardanti in particolar modo la situazione attuale di nerazzurri e rossoneri, anche sul fronte calciomercato. Si è soffermato innanzitutto sull’ultima deludente prestazione del ‘Diavolo’ contro il Cagliari, match point Champions fallito: “È stata inaspettata. Il Milan ha fatto una stagione sorprendente per certi versi e ha vanificato tutto in due mesi. 30 punti fatti in casa su 57 e 19 partite significa rallentarsi. Però per una parte è stata la sorpresa del nostro campionato. Non so se ha sentito la pressione, se è un fatto fisico o se i giocatori migliori sono calati. Qualcuno parla di fallimento, io non userei questi termini. Sicuramente c’è stato un calo assolutamente inaspettato”.
Il Milan ora affronta l’Atalanta all’ultima giornata, pensa che adesso sia sfavorita nella corsa Champions con Juventus e Napoli?
“Se si considerano gli impegni direi di sì. Ma il Milan è sempre il Milan. Non vedo per quale motivo non possa andare a vincere a Bergamo. L’Atalanta è una splendida realtà del nostro campionato, ma il Milan deve ricordarsi di essere il Milan. Non escludo qualsiasi risultato, alla luce di ciò che abbiamo visto nella finale di Coppa Italia. Davano tutti i bergamaschi per favoriti, ma poi ha vinto la Juve. Il blasone dei rossoneri non lo scopro io. L’Atalanta in questo momento è favorita, ma il Milan ha sempre avuto prestigio e deve dimostrarlo”.
Il futuro di Pioli è in bilico e potrebbe dire addio in caso di quinto posto. Secondo lei può rimanere a prescindere dal finale di stagione?
“Io credo che possa continuare, ha lavorato bene. Giudichiamo sempre gli allenatori, ma bisogna vedere poi che tipo di squadre mette a disposizione la società. Anche questo è un discorso da tenere in considerazione. In questo periodo spese folli non le farà nessuno. Dipenderà anche dal mercato, ma potrebbe restare. Il suo lavoro non è stato negativo”.
La questione rinnovo Donnarumma tiene ancora banco in casa Milan. Lei che idea si è fatto della situazione?
“Non conosco le dinamiche interne, dico solo che è strano che non sia stato ancora raggiunto un accordo. Sembra che voglia aspettare, ma è un po’ strano. Due sono le cose: o rimani o decidi di andare. Aspettare non ha senso, alimenti solo le polemiche che in effetti ci sono state. Questo senza nulla togliere alla sua professionalità e anche contro il Cagliari ha dimostrato di essere il miglior portiere d’Italia. Il mio consiglio? Se ragiona col cuore gli direi di rimanere al Milan. Nel calcio di oggi, però, ci sono delle logiche diverse, per cui non mi stupisco di nulla”.
I rossoneri si sono assicurati le prestazioni sportive di Ibrahimovic per un altro anno. Decisione giusta?
“Io il suo contratto l’avrei rinnovato a prescindere. Detto questo, non è un prolungamento da poco. Guadagnerà 7 milioni di euro netti, che in tempi di pandemia non mi pare siano una cifra irrisoria. È un giocatore indubbiamente fondamentale, ma credo che la società abbia fatto di più del necessario”.
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Veniamo all’Inter: c’è preoccupazione in casa nerazzurra per la situazione economica.
“È un momento che stanno attraversando tutte le grandi squadre, non solo l’Inter. Premettendo che non sappiamo quali siano le realtà interne, i nerazzurri riescono sempre a complicarsi la vita”.
C’è incertezza riguardo al futuro di alcuni protagonisti della cavalcata scudetto, tra cui Conte e Marotta.
“I nerazzurri hanno fatto una stagione straordinaria e, dato che c’è un progetto, lo stesso allenatore e la stessa dirigenza meriterebbero la conferma. Ma se mi chiedi di mettere la mano sul fuoco non ce la metto. C’è bisogno di garanzie per continuare insieme, al momento mi pare si stia parlando di questo”.
Collovati prosegue su Conte e sui possibili addii dei big della rosa: “L’augurio è che non accada, però non escludo sorprese conoscendo gli interpreti. Si parla di tagli, Conte ha fatto chiaramente capire che si fermerà solo di fronte a dei progetti validi. Bisognerà vedere come valuterà questa sensibilizzazione della riduzione dei costi”.
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Passiamo alla Roma. I Friedkin hanno sorpreso tutti con Mourinho, lei che ne pensa di questo acquisto?
“È un grandissimo colpo per i giallorossi. Tanti menzionano il fatto che lui sia stato esonerato negli ultimi anni, ma quali sono gli allenatori a cui non è capitato. È successo a tutti, fa parte del mestiere la logica dell’esonero. Non mi stupisce, non puoi allenare per vent’anni senza mai essere esonerato. Alla Roma serviva un tecnico molto mediatico e carismatico. Il portoghese ha tutte queste prerogative, poi dipenderà dalla squadra che gli costruiranno. Penso che se rimanesse questa, partirebbero comunque da una situazione di vantaggio. Peggio del settimo posto attuale non possono fare. Mourinho, però, si fa rispettare sotto questo aspetto. Credo che farà un ottimo campionato. La piazza di Roma, che conosco bene avendoci giocato, apprezza un personaggio capace di smuovere un po’ il pubblico. I tifosi avevano bisogno di un po’ di entusiasmo”.
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Nell’Udinese, altra sua ex squadra, c’è il tanto ambito Rodrigo De Paul. Quale big avrebbe maggiormente bisogno dell’argentino come rinforzo?
“La Juventus, perché in questo momento è uno dei migliori centrocampisti che ci sono in circolazione. Per l’Inter sarebbe un valore aggiunto, un regalo per lo scudetto. Il Milan ha Kessie e Bennacer, che sono due giovani. I bianconeri, invece, devono rifarlo quasi totalmente il centrocampo. Uno sguardo penso che la Juve a questo giocatore glielo debba dare. Non mi sorprenderei se l’avesse già dato, se non lo farà commetterà un grosso errore”.
Capitolo Italia: Mancini ha rinnovato il contratto fino al 2026. Quanto è importante questo nuovo accordo per la Nazionale?
“È un prolungamento nel segno della continuità. Il CT ha lavorato bene fino ad ora. C’è stato un momento di poca credibilità attorno a questa Nazionale. Lui l’ha presa rendendola un ottimo gruppo, per cui era giusto proseguire con lui. Sarebbe stato un peccato se fosse andato via attirato magari da qualche club, cosa che può capitare”.
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Tema Europeo, in conclusione: ci sarà tanta concorrenza, ma le ultime prestazioni degli azzurri fanno ben sperare. Dove possiamo arrivare?
“C’è sempre qualche squadra favorita. La Francia è campione del mondo in carica e ha ritrovato Benzema, il Belgio con Lukaku e tanti altri giocatori importanti ha un’ottima rosa. Sono le due Nazionali favorite. La Spagna, invece, sta attraversando un ricambio generazionale, come anche la Germania. Per l’Italia il traguardo di arrivare tra le prime quattro non penso sia impossibile. È una squadra giovane e fresca, che gioca un ottimo calcio per merito di Mancini. Sarebbe un grande risultato”.
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