José Mourinho ancora non si capacita di come abbia fatto la sua Roma a farsi rimontare dalla Juve: nelle interviste post-gara il tecnico non ha risparmiato qualche frecciata
Non dev’essere stato facile, per José Mourinho, presentarsi ai microfoni dei giornalisti per commentare una partita che la sua Roma pareva aver indirizzato comodamente dalla sua parte. La clamorosa rimonta della Juve non è proprio andata giù al tecnico lusitano.
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Dopo aver analizzato i punti chiave dell’incontro, lo Special One si è soffermato su cosa serve per evitare altre situazioni di questo tipo, puntando in qualche modo il dito contro alcuni suoi giocatori, rei di non fare quel salto di qualità mentale necessario.
“Purtroppo posso criticare, non voglio farlo sul piano individuale ma posso farlo. Ci sono stati 70′ di controllo assoluto con la mentalità di fare il gioco, di avere controllo, e abbiamo fatto molto bene per 70′. Dopo c’è stato un collasso psicologico. Il 3-2 mi ammazza perché Felix ha fatto una partita straordinaria per un bambino. Finisce la sua partita con uno sprint con Cuadrado per riprendere una situazione offensiva, lo cambio e il giocatore che entra sbaglia al 1′. Per una squadra con mentalità e personalità forte, qual è il problema di prendere un gol sul 3-1? Nessuno. Eravamo in vantaggio a 15′ dalla fine, qual era il problema? In quel momento lì sono venuti fuori la fragilità psicologica, le paure, magari anche dei complessi”, ha esordito Mourinho.
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“In tanti possono migliorare ma anche nei giocatori che giocano spesso c’è mancanza di personalità e di gestire le emozioni della partita. Per il tempo che mi è stato dato, 3 anni, voglio fare tutti i giorni di questi 3 anni e non uno di meno. Ovviamente ho bisogno dell’aiuto della società, che arriva, ma deve arrivare con il nostro ritmo. Questa comfort zone di giocare per essere al quinto-sesto-settimo posto è troppo facile per qualche tipo di giocatore, e dobbiamo uscire da questa comfort zone” ha concluso il portoghese.
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