A margine del Consiglio Federale tenutosi martedì, il presidente federale Gravina ha lanciato più di una frecciata ai club di Serie A
Alle volte, nonostante ci sia stata convergenza sull’approvazione dello Statuto e su alcune norme, i contrasti emergono più dalle parole che dalle norme condivise. O progettate. È il caso di quanto accaduto nella giornata di martedì nel Consiglio Federale, che ha visto “l’approvazione all’unanimità dello Statuto della Lega Serie A inviato dal Commissario Straordinario Gennaro Terracciano con l’adeguamento ai principi informatori degli statuti e dei regolamenti delle Leghe“, si legge nel sito della FIGC.
La giornata ha visto anche la raggiunta “unanimità per l’elezione nel Comitato di Presidenza del presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini (in quota professionisti) e del presidente della Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete (in quota dilettanti)“. Ma soprattutto “l’approvazione dell’impianto di norme relative alle Licenze Nazionali valide per l’iscrizione ai prossimi campionati. Che prevede il rispetto di un parametro, tra gli altri, quale l’indice di liquidità dal valore di 0,5 per la Lega di A e di 0,7 per Lega B e Lega Pro”. Le ragioni di un contrasto esistente da tempo tra la FIGC e la Lega Serie A restano in superficie. Forse anche oltre, almeno a giudicare dalle severe parole del presidente federale Gabriele Gravina, puntualmente riportate dal sito istituzionale della stessa federazione.
“Nel Consiglio federale di maggio è mia intenzione completare il processo di aggiornamento delle nostre norme attraverso l’individuazione di una serie di indicatori completamente nuovi, che riguarderanno la stagione 2023/24 con una gradualità per i prossimi tre anni. Mi riferisco alla rivisitazione dell’indice di liquidità a salire e soprattutto al recepimento all’interno delle nostre NOIF di tutte le norme fissate dalla UEFA, ma calate nella nostra realtà, quindi un po’ più stringenti”, ha esordito Gravina. Il quale poi ha lanciato la stoccata che evidentemente aveva in serbo da tempo.
“Non è una questione di contrapposizione – Gravina si riferisce all’opposizione della Lega di A, che avrebbe voluto un indice di liquidità allo 0,4 contro quello di 0,5 previsto dalle nuove norme. “Il mio unico obiettivo è l’evoluzione del calcio italiano. Non possiamo dire cambiamo il calcio e poi fare di tutto per conservare lo ‘status quo’. Non è accettabile. Bisogna spingere al massimo sull’acceleratore per un percorso di riforme. Questa è la mia posizione politica e quella della maggior parte dei consiglieri federali“, ha concluso.
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