Conferenza stampa prepartita per José Mourinho, che domani con la sua Roma affronterà la semifinale contro il Leicester: le parole del tecnico
Dentro o fuori, novanta minuti per accedere alla finale di Tirana sognare di alzare la Conference League, passa tutto da domani sera per la Roma. I giallorossi alle 21 scenderanno in campo allo Stadio Olimpico contro il Leicester nella semifinale di ritorno, dopo l’1-1 maturato all’andata in Inghilterra.
Oggi, come di consueto, José Mourinho, a un anno esatto dal suo annuncio nella capitale, svolge la conferenza stampa prepartita con al suo fianco Bryan Cristante, pedina fondamentale del centrocampo romanista. Sulla differenza di impegni delle due squadre il tecnico afferma: “Spero che non abbia peso. Mi sono già trovato nella situazione in cui non hai nessuna possibilità di raggiungere gli obiettivi in campionato e ti concentri totalmente sulla competizione europea. Anche se questa non è la loro competizione europea, che era l’Europa League, è comunque un modo per qualificarsi in Europa per la prossima stagione. Era logico che facessero riposare qualcuno per domani, noi non possiamo farlo perché non possiamo buttare la possibilità che abbiamo in campionato. Spero che domani l’aspetto emozionale possa dare un stato d’animo altissimo ai miei calciatori, in modo da aiutarli a vincere”.
Su come sostituire Mkhitaryan spiega: “Non ne abbiamo un altro. Alcune squadre top hanno due giocatori simili per ogni posizione, noi non ne abbiamo un altro come Mkhitaryan. Non possiamo fare lo stesso con altri, ma possiamo farlo in modo diverso. L’obiettivo non cambia, vogliamo andare in finale”.
Il tecnico poi spiega il sold out dell’Olimpico affermando: “Non c’è dubbio sull’empatia creata tra noi e i tifosi. Siamo insieme da dieci mesi, con momenti più o meno belli, ma siamo stati sempre insieme. Siamo in un momento in cui si giocano all’Olimpico le ultime due della stagione, sarebbe bello festeggiare questa empatia e meritiamo di finire bene queste due partite. Ai tifosi dico che noi giochiamo per noi e per loro, mi piacerebbe che domani giochino con noi. Si può stare allo stadio come spettatori o per giocare la partita. Se abbiamo 70 mila spettatori il significato è niente, se abbiamo 70 mila che vogliono giocare la storia è diversa”.
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