Immobile ora alza la voce: “Basta, serve un freno”

Ciro Immobile a 360 gradi sul proprio futuro alla Lazio e in Nazionale: l’attaccante lancia anche un messaggio importante agli haters

Dopo i gol segnati con la Lazio il capitano biancoceleste Ciro Immobile riparte da Coverciano dopo la delusione per il mancato raggiungimento del Mondiale in Qatar. Proprio dal ritiro della Nazionale ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato di Lazio, di Nazionale e degli insulti ricevuti.

Ciro Immobile, attaccante della Lazio © LaPresse

Sulle proprie ambizioni Immobile ha svelato: “Partecipare ai Mondiali americani è uno degli obiettivi che mi sono posto. Da capitano della Lazio non posso urlare che vinceremo lo sudetto, ma ogni anno ho questo pensiero fisso ad inizio stagione. Non dico che la Lazio vincerà sicuramente lo Scudetto, ma è una squadra in crescita e la lotta quest’anno sarà molto aperta”.

Poi sul possibile ritiro dalla Nazionale ha spiegato: “Credo che Mancini non abbia mai avuto il dubbio sul mio ritiro, ne ho parlato molto con la mia famiglia e alla fine ho deciso di continuare. La delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali e le dure critiche mi hanno segnato. Però poi ho capito che non potevano essere gli altri a decidere il ritiro al posto mio”.

Immobile sugli attacchi ricevuti: “Messaggi bruttissimi sui miei figli”

Ciro Immobile, attaccante della Lazio © LaPresse

Immobile continua tornando ai diversi attacchi ricevuti dopo la mancata qualificazione della Nazionale al Mondiale e spiega: “Credo si debbano denunciare gli haters, soprattutto per quanto riguarda le cattiverie gratuite. Mi sono arrivati bruttissimi messaggi sui miei figli e su questo bisogna mettere un freno in tutto il mondo social, non solo in quello sportivo. Probabilmente è difficile risalire alle persone reali, a volte sono profili falsi, se la UEFA si sta muovendo è giusto riportarlo anche in Italia”.

Sul cambio generazionale dell’Italia afferma: “Mi sento uno dei leader dello spogliatoio, sento di dovere di dare qualcosa in più al gruppo, fuori e dentro al campo. Sta avvenendo questo cambio generazionale con tanti giovani e il calcio italiano ha bisogno di qualcosa in più, deve ripartire da noi”.

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