A due mesi dall’inizio della nuova stagione, il club bianconero vive un vero e proprio dramma sportivo e societario
La sconfitta contro il Maccabi Haifa ha tolto ogni speranza di qualificazione agli ottavi di Champions League. Il Napoli, primo in Serie A, è distante addirittura 10 punti. Ad appena due mesi dall’inizio della nuova annata, considerata quella del grande rilancio dopo il fallimento della scorsa stagione, la delusione continua a crescere. Il progetto Juventus fa acqua da tutte le parti.
Il maggiore responsabile non può che essere il padre e padrone, il presidente Andrea Agnelli. Gravi, alcuni stanno costando a caro prezzo, gli errori commessi negli ultimi anni e che hanno portato ad un fallimento chiaro come il sole. Il primo e più recente flop è stato registrato nella passata sessione estiva di calciomercato.
Dal mercato ad Allegri: il flop Juve arriva da lontano
Il pressing per il ritorno di Paul Pogba, che nei sei anni di Manchester United ha collezionato più insufficienze e infortuni che grandi prestazioni, è solo la punta dell’iceberg. Il francese ha firmato un quadriennale da 8 milioni netti, più 2 di bonus: l’aiuto del decreto crescita non può giustificare un’operazione assolutamente scriteriata. Discorso simile vale per Angel Di Maria che ha firmato solo un anno di contratto con i bianconeri: l’addio a giugno pare scontato, gli infortuni si susseguono e la Juventus è già rimasta a bocca asciutta. Le qualità del ‘Fideo’ non si discutono, ma la tenuta fisica e gli oltre 7 milioni all’anno lasciano quantomeno perplessi. Il grande paradosso si chiama Arek Milik che, lontanissimo per caratteristiche al primo obiettivo bianconero (Depay) ha finito per essere scelto poichè più economico: il polacco rimane uno dei pochi a sfiorare la sufficienza. Tanta confusione nel mercato dalle tinte agnelliane ha deluso quasi in toto (Bremer non è de Ligt, dov’è l’erede di Chiellini?) un’altra scelta infelice di Agnelli ha un nome ed un cognome: Massimiliano Allegri.
7 milioni di euro per quattro anni, per un allenatore che ha sì saputo ‘vendersi’ ma che ha già dimostrato un’involuzione imbarazzante. Il calcio è andato avanti, Allegri no. E le casse della Juventus piangono sangue. Legato a schemi e dettami tattici ormai obsoleti, l’allenatore livornese ha smesso di evolversi, restando legato ad un calcio che non esiste più. L’ultimo punto da toccare e per il quale il presidente bianconero rimane il grande responsabile è Cristiano Ronaldo. Uno dei flop sportivi, e soprattutto economici, che ha maggiormente aggravato la situazione di casa bianconera. Il triennio di CR7 alla Juventus è stato un disastro in termini di risultati, appesantendo in modo consistente i conti della ‘Vecchia Signora’. Non ha fatto la differenza in Champions League, finendo poi per increspare la serenità dello spogliatoio.
Ed i 90 milioni netti garantiti per stipendiare l’ex Pallone d’Oro, ora come ora, continuano a pesare come macigni sulla gestione economica scellerata del club. Una situazione tragica: a fine anno sarà sicuramente attesa ai vertici una riflessione profonda, a partire dal ruolo di Andrea Agnelli per finire con quello di Allegri.