Un solo colpevole: l’esonero di Allegri salverà la Juventus

Il destino di Allegri è segnato, ormai da mesi: ecco perchè l’esonero dell’allenatore livornese può trasformare la Juventus

Alzi la mano chi avrebbe pronosticato una stagione ai limiti del surreale, da parte della Juventus. Pogba, Di Maria, Paredes, Milik. Sono alcuni dei grandissimi colpi, sulla carta, che hanno caratterizzato il calciomercato estivo dei bianconeri. Un undici titolare, numeri alla mano, che avrebbe dovuto far tremare più di mezza Serie A. Ed invece con enorme sorpresa si parla di fallimento, di delusione, di un progetto tecnico allo sbando.

Allegri Juventus
Massimiliano Allegri © LaPresse

I numeri non mentono, mai. E se 16 punti in 10 gare stanno allontanando la ‘Vecchia Signora’ dai piani alti (a maggior ragione se la squadra ha affrontato solo due big, Roma e Milan), il maggiore responsabile non può che essere Massimiliano Allegri. Le colpe del tecnico livornese sono evidenti, lampanti.

La Juve tornerà grande: basta l’addio di Allegri

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Massimiliano Allegri © LaPresse

E nelle ultimissime uscite, al netto di una vittoria arrivata più per buona sorte che per merito nel derby della Mole, la Juventus non ha fatto altro che deludere ogni aspettativa. Gli errori di Allegri partono da lontano, dal valutare erroneamente un tipo di calcio lontanissimo da quello che è invece stato qualche anno fa, con l’ex Milan alla guida della Juventus. Il calcio cambia, Allegri no. Ed i calciatori stessi sembrano essersi accorti di come la guida tecnica sia sempre più diretta senza idee, senza controllo, senza padronanza di un materiale umano che altrove sarebbe elevato all’ennesima potenza. Si guardi al Milan e al miracolo infiocchettato da Pioli, si guardi alla straordinaria programmazione di Giuntoli a Napoli: i Kvaratskhelia, i Leao, la dicono lunga su come si possa progettare un futuro roseo anche senza spendere cifre esorbitanti, in primis per gli ingaggi. Allegri non è cambiato, la Juventus sì.

Lo si veda dalle prestazioni agghiaccianti di uno dei pilastri del livornese, Bonucci, o dalla confusione totale in cui è incappato l’allenatore della Juventus. Cambi inspiegabili in corso d’opera, oggi un modulo, domani un altro: con l’unico risultato di inanellare brutte figure. In effetti, non vi sarebbe motivo per trattenere Allegri, ancora, in maniera quasi ottusa e presuntuosa, in quel di Torino. Se non per l’ingaggio da 7 milioni, inspiegabile due anni fa e ancor di più adesso. Agnelli ha sbagliato, Allegri ha perseverato nei suoi errori: e se la scelta di farsi da parte al momento giusto non è evidentemente contemplata, che sia allora la Juventus a fare un dispendioso passo verso la rinascita. Che si dia spazio ad un allenatore che riprenda, in primis, in mano un gruppo confuso, svogliato, inconsapevole dei suoi mezzi.

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Massimiliano Allegri © LaPresse

E a giugno, oltre all’allenatore che guiderà il nuovo corso bianconero, molto altro potrebbe cambiare. Tornare alla juventinità, magari con una bandiera ai piani alti (tempo fa si era chiacchierato di un certo Del Piero, al posto di Nedved) e con John Elkann pronto a raccogliere i cocci di un lavoro che ha portato risultati scellerati, che vanno a ‘sporcare’ la storia recente di uno dei club più gloriosi in circolazione.

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