La sentenza della Corte d’Appello sul caso plusvalenze non smette di far discutere: c’è chi ipotizza scenari inquietanti per la Juve
Al termine di una settimana che ha visto la Juve unica squadra oggetto di sanzioni – e che sanzioni, sono stati comminati 15 punti di penalizzazione nella classifca del campionato in corso – per il caso plusvalenze, sul campo la squadra bianconera è stata protagonista di un match pirotecnico contro l’Atalanta.
Le decisioni della Corte d’Appello della FIGC non smettono però di essere al centro dell’attenzione degli addetti ai lavori. Dalle parole del nuovo Direttore Generale bianconero Maurizio Scanavino alle ripercussioni sulla classifica citate dallo stesso Allegri prima e dopo il match con gl orobici, non si parla d’altro. Nella mattnata di lunedì, dai microfoni di Radio Radio, il giornalista Tony Damascelli ha detto la sua sul caso che ha scosso l’intero mondo del calcio. Italiano e non solo, date anche le possibili conseguenze in sede UEFA.
“Juventus bersaglio facile”: impazza il dibattito
“Aspetto le motivazioni prima di esprimermi del tutto, il mio ruolo è quello di capire. La cosa strana è nei tempi della giustizia sportiva, che a volte ha tempi lunghi, ma questa volta ha accelerato per una decisione forte, vista l’entità del problema e delle persone coinvolte. È una sentenza che non mi sembra né eccessiva, né insensata“, ha esordito il giornalista. “Ricordiamoci che è stata prodotta da magistrati, non esattamente i primi che passano per strada. Certo che la Juventus è un bersaglio facile, ma non ci può essere una sola condanna. Un passaggio di Chinè è abbastanza ridicolo, quello delle mani in tasca sui conti: la Juventus ha fatto in poco tempo due ricapitalizzazioni da 700 milioni di euro totali…“.
“Sulla questione giustizia o giustizialismo, io dico di più. Andiamo pure fino in fondo, ma capiamo veramente sia quanto deve pagare la Juventus, magari anche in termini di scudetti da revocare come ha detto qualcuno, sia quanti club non avrebbero potuto iscriversi facendo certe cose“, ha concluso.