Intervenuto ai microfoni di TVPlay, l’ex numero uno della Juve ha spaziato da Calciopoli alla situazione attuale in casa bianconera
Con una penalizzazione già comminata di 15 punti, e possibili ulteriori conseguenze in termini di posizioni di classifica che potrebbero derivare dall’altro filone giudiziario – quello legato al blocco stipendi sotto Covid – la situazione della Juve attuale a qualucno ricorda da vicino quella del 2006. Quando, a causa dell’inchiesta denominata ‘Calciopoli‘, il club bianconero dovette ricominciare dalla Serie B.
Quella squadra, infarcita di campioni del mondo che appena qualche settimana prima avevan per l’appunto trionfato in Germania nella kermesse iridata, era capitanata sulla panchina da Didier Deschamps. E alla scrivania, cioè come presidente, da Giovanni Cobolli Gigli, intervenuto proprio oggi in diretta su TVPlay, il canale Twitch di Calciomercato.it. Ecco le sue parole, dense di aneddoti, retroscena e rivelazioni relative a quel periodo e non solo.
“Io nel 2006 c’ero. Andrea Agnelli non era favorevole alla mia presidenza. Quando arrivammo alla prima sentenza di 30 punti con la retrocessione in Serie B, decidemmo di ribaltare tutto sul campo, avendo come obiettivo quello di tornare subito in Serie A. La differenza con adesso è che al momento la Juve si trova penalizzata di 15 punti a metà del campionato. All’epoca noi fummo in grado di ricompattare il club”, ha esordito. “Il campionato di B iniziò con la determinazione di tornare in Serie A. Questo fu fatto, addirittura con 3 giornate di anticipo. Quello era poi un campionato con squadre competitive, come Genoa e Napoli. La Juve di adesso deve ottenere che i calciatori non vengano coinvolti o inquinati da tutto quello che possono sentire e ascoltare dai TV e i giornali“, ha proseguito.
“Sono stato veramente impressionato dal primo periodo di presidenza di Andrea Agnelli perché, dopo la mia carica, ha dato il via a stagioni di successi incredibili. Lui decise di prendere Conte e vinse lo scudetto. Agnelli aveva delle persone accanto a lui, con un alto livello di professionalità che lo consigliavano. Alludo a Marotta, che metteva un freno a Fabio Paratici. Poi ci fu l’episodio Cristiano Ronaldo e io dissi che fu un acquisto sbagliato. Portò l’uscita di Marotta e a quel punto Agnelli prese delle decisioni sbagliate insieme ai nuovi collaboratori, tra tutti Paratici. La campagna acquisti di quest’anno? Penso che Allegri avesse chiesto calciatori con esperienza e quindi dal punto di vista teorico la scelta di Di Maria e di Pogba erano davvero le migliori“, ha concluso.
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