La difficile stagione di Romelu Lukaku, contrapposta a quella scintillante della Joya, chiama in causa le responsabilità di Inzaghi
Due gol stagionali. In dodici presenze totali. E, più in generale, un’involuzione che preoccupa. Il ritorno di Romelu Lukaku all’Inter può esser finora catalogato con una sola parola: fallimento. Il belga aveva anche iniziato bene, andando subito in gol a Lecce nella prima giornata. Poi, il buio. Big Rom è stato tormentato dagli infortuni, ma anche quando è tornato a disposizione al 100% è apparso il lontano parente di quel cannoniere che aveva trascinato l’Inter di Conte allo scudetto nel 2021.
Il ritorno del giocatore è stato caldeggiato da Simone Inzaghi in persona. Che pur di riavere l’attaccante, da lui allenato nella breve parentesi estiva prima della milionaria cessione ai Blues, ha rinunciato all’ingaggio di Paulo Dybala, poi finito alla Roma. Sia sulla gestone del belga che sulla finora scellerata scelta di mercato operata dall’allenatore piacentino, si è espresso senza peli sulla lingua Lele Adani, che ha parlato ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’. Ecco il suo pensiero.
“Il belga non nasce campione, non ha la naturalezza dell’attaccante talentuoso, come può essere Dzeko, nei movimenti e nelle giocate. Il suo calcio non può prescindere dalla forma fisica e dal lavoro settimanale. Quando Lukaku sta bene, cresce anche in autostima e quindi nella tecnica, persino nel dribbling. Ma quando sta male, diventa un giocatore normale, che fatica. Mi aspetto che anche l’attuale tecnico dell’Inter trovi il modo per incidere sulle performance di Lukaku. Come dico sempre, quando un giocatore di livello non rende secondo le attese, la colpa va condivisa anche con la guida tecnica. Mi piacerebbe che Inzaghi dicesse anche pubblicamente che tipo di lavoro vuole fare con il belga“, ha esordito.
“Se vogliamo parlare di errori sul mercato, non prendere Dybala lo è stato sicuramente e a prescindere dal fatto che sia arrivato Lukaku o sia partito Sanchez. L’Inter è ultima in Serie A sia per dribbling tentati che riusciti. Manca l’uomo che va oltre lo schema, lo si è visto anche contro la Samp. Avere un Dybala in più contro avversari chiusi a riccio ti può garantire la giocata di classe che spezza la partita“, ha concluso.
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