A distanza di anni spuntano degli incredibili retroscena legati alle azioni della Lega Serie A: si parla di documenti distrutti
In una stagione, quella attuale, in cui le pagine dei quotidiani sportivi e non sono state riempite dalle vicende legate all’inchiesta plusvalenze a carico soprattutto della Juventus, non sono mancati i riferimenti alla triste era di Calciopoli. Inevitabile, se non il paragone, almeno il parallelo con quanto accadde nel 2006. Quando a pagare fu soprattutto la società bianconera, punita con la retrocessione in Serie B nonostante sul campo avesse conquistato lo Scudetto.
La coincidenza con la stessa Juventus punita dalla giustizia che opera in questo campo – e potrebbe anche non esser finita qui, considerando il filone d’indagine sul blocco degli stipendi e sul falso in bilancio – ha fatto tornare alla mente la vicenda che vide sul banco degli imputati tutti gli Stati Generali della Vecchia Signora.
Fermo restando che la penalizzazione di 15 punti in classifica inflitta alla Juve per l’inchiesta Prisma potrebbe essere cancellata, ridotta, o addirittura aumentata, e che altre società oltre a quella piemontese potrebbero essere sanzionate, le questioni extra-campo stanno portando via tanto tempo sia ai diretti interessati, che alle agenzie di stampa. Che dovranno ancora versare tanto inchiostro per aggiornare il pubblico sull’evolversi delle sentenze e degli appelli in programma.
Cellino shock: ecco cosa accadde in Lega
Sempre a proposito della pagina più nera della storia del calcio italiano, sono destinate a creare un cataclisma le recentissime dichiarazioni dell’attuale patron del Brescia Massimo Cellino, che 17 anni fa, oltre ad occupare la carica di presidente del Cagliari, deteneva la presidenza della Lega Serie A.
In una succosa anticipazione di quello che andrà in onda il 17 aprile nella puntata di Report, il dirigente sardo ha raccontato cosa accadeva nella stanza dei bottoni. Rivelazioni a dir poco incredibili. “Ero in possesso di un contenitore con tutti i dossier: c’è chi era iscritto con una fidejussione falsa, chi si scaricava come Irpef il trasporto…Andammo nel piazzale di sotto, dve c’era un bidone di ferro: buttammo tutto dentro e lo facemmo bruciare. La Finanza tornò e non trovò nulla, io nemmeno ero presente quando i finanzieri ci fecero visita“, ha detto il patron delle Rondinelle. “Cercavo di tenere la baracca in piedi insieme ad altri 6-7 presidenti, cercando di organizzare il campionato“, ha concluso.
Ovviamente non è dato sapere se, una volta che la trasmissione verrà irradiata sugli schermi, qualcuno vorrà parlare con l’imprenditore sardo per chiedere lumi su quanto accaduto. Una cosa è certa, però. Non si finisce mai di scoprire cose su una pagina nerissima dello sport più amato dagli italiani.