La Juventus ha ottenuto un grande trionfo con la semifinale di Europa League: il dato è entusiasmante, ma serve poco ad Allegri.
Vincere anche quando si perde, anche quando si subisce una cocente eliminazione europea a un passo dalla finale. Potrebbe essere questa la nuova frontiera dello juventinismo. Una sorta di riscrittura dello storico motto che da decenni ha contribuito a realizzare la mentalità forte e ambiziosa del club bianconero. Un modo per trovare qualcosa di bello anche nella sconfitta, per imparare ad accontentarsi di ciò che si ottiene, a prescindere dal risultato sportivo.
La maledetta serata di Siviglia ha portato infatti in eredità ai bianconeri un grandissimo successo. E per Allegri potrebbe trasformarsi almeno in una consolazione. Certo, una consolazione magra, magrissima. Perché al di là di quel che il campo aveva detto e dimostrato anche all’andata, quel gol di Gatti all’ultimo secondo aveva creato un grande entusiasmo nell’ambiente bianconero. Sembrava quasi che il destino avesse deciso di regalare alla Juve, in quest’annata “folkloristica”, secondo la definizione dell’allenatore livornese, una vittoria in campo europeo che avrebbe avuto il sapore di beffa per tutti i vertici del calcio, dalla UEFA alla FIGC.
Invece, la gara del Sánchez Pizjuán si è rivelata un incubo biancorosso. Dominati sul piano del gioco, gli uomini di Allegri hanno punto in più occasioni, giocando una partita difensiva ma non arrendevole. Per certi versi, una delle migliori della stagione. E nonostante questo si sono visti rimontati, con due gol arrivati quasi allo scadere e durante i supplementari. Una beffa vera per chi invece sognava di beffare i propri nemici.
C’è poco da sorridere in questo momento per Allegri e per il popolo juventino. Ma qualcosa di buono bisognerà pure trovarlo nel giovedì più triste e duro da digerire. E in effetti una sfida, seppur a distanza, la Vecchia Signora l’ha vinta. Anzi, l’ha stravinta, come dimostrato dai dati. Allegri batte Mourinho. Madama è riuscita a mettere a tappeto la Lupa anche quando non poteva beneficiare dei riflettori della rete ammiraglia del servizio pubblico. Le due semifinali di Europa League sono state infatti trasmesse in chiaro, in contemporanea. La Roma è stata mandata su Rai 1, mentre la Juventus si è dovuta “accontentare” di Tv8, il canale in chiaro collegato con Sky (la settimana precedente era accaduto esattamente il contrario).
Nonostante questo switch, però, i dati hanno confermato la maggior popolarità del club bianconero: mentre il match della BayArena è stato seguito da 2 milioni e 437mila spettatori (11,47% si share), quella della sfida in terra di Spagna è stato visto da 3 milioni e 144mila persone (15,8% di share), con un’impennata degli ascolti durante i supplementari (si sono toccate punte del 22% di share).
Numeri davvero importanti per la Juventus, che tra l’altro aveva fatto anche meglio nella gara d’andata, portando su Rai 1 3 milioni e 772mila spettatori, pari al 18% di share. A dimostrazione di quanto sia maggiore l’interesse per la Vecchia Signora rispetto ad ogni altra rivale di Serie A. Una realtà che oggi non può però consolare i tifosi bianconeri, alle prese con un vero incubo dopo i nuovi deferimenti arrivati all’indomani dell’eliminazione dall’Europa League. Alla Serie B non vuole credere nessuno, ma ad oggi pensare che il club possa cavarsela senza grandi penalizzazioni appare come una splendida illusione, e nulla più.
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