Juve folle. La sentenza peggiore. Esaminare la Juventus, e la storia dell’ultimo suo decennio, è un intrigante esercizio che affascina molti addetti ai lavori.
La Juventus analizzata, letta, interpretata, passata ai raggi X, rigirata come un calzino. Il fenomeno bianconero, che, nel bene e nel male, ha segnato questo ultimo decennio calcistico. Dagli altari, dove sono stati deposti una miriade di titoli nazionali, alla polvere che ha quasi completamente imbiancato quei numerosi trofei.
Perché è avvenuto tutto questo e come mai un dominio così lungo si è sgretolato in così poco tempo? In tanti hanno provato, e provano tutt’ora, a dare la loro opinione su un argomento che ne trascina con sé diversi altri. Alessandro Giudice, editorialista del Corriere dello Sport, è intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT e ha dato la sua lettura dell’attuale momento della Juventus, confrontandolo con il recente passato e la sua storia.
L’analisi del giornalista del quotidiano sportivo romano parte da una considerazione precisa riguardo l’attuale situazione economico-finanziaria della Juventus. Situazione che presenta aspetti che devono far riflettere. Le ultime, scellerate gestioni societarie hanno portato gravi scompensi nei conti societari bianconeri. La Juventus ha alle sue spalle un colosso come Exor che, negli ultimi anni, ha sempre ripianato le voragini che via via si sono create.
Juve folle, la sentenza peggiore
A giudizio di Alessandro Giudice Exor non potrà più continuare a sostenere queste gestioni fuori misura e pertanto l’immediato futuro si presenta a tinte fosche. I ricavi caleranno in maniera evidente. Già l’essere fuori dalla prossima Champions League vuol dire diverse decine di milioni di euro di mancati introiti. Si aggiunga poi che lo strumento “plusvalenze” non potrà più essere utilizzato nella misura adottata fino a qualche tempo fa. Ci sarà un netto taglio delle spese e degli investimenti.
Questo a causa di una recente gestione societaria che il giornalista del Corriere dello Sport non ha esitato a definire come “dissennata” e che vedeva negli ipotizzati e ricchissimi introiti della Superlega la naturale via di fuga. L’acquisto avvenuto nel gennaio del 2022 di Dusan Vlahovic è stata un’operazione “folle“, che la società bianconera non poteva permettersi e che ora la costringerà a sacrificare qualcuno dei suoi giocatori più importanti, come avvenuto lo scorso anno con il difensore olandese, Mathias De Ligt.
Rientrare nei ranghi economico-finanziari e di una sana gestione societaria, questa è la priorità. La Juventus non è mai stata, come invece lo è adesso, la società con la rosa più costosa d’Italia. Non è mai stata questa la storia della Juventus, ricorda Alessandro Giudice.
I conti in ordine erano importanti come, e più, dei risultati del campo. Era così ai tempi di Giampiero Boniperti passando poi attraverso l’era della Triade Bettega-Moggi-Giraudo per giungere fino al periodo “assennato” della gestione di Andrea Agnelli, terminato con l’addio di Beppe Marotta. In quel momento è iniziata la fine.