Il golden boy della Lazio è scomparso il 1° luglio a 68 anni. La commozione ha toccato anche le sponda giallorossa della Capitale.
Vincenzo D’Amico è solo l’ultima vittima del fato avverso che si è abbattuto sulla Banda di Tommaso Maestrelli che il 12 maggio 1974, battendo 1-0 il Foggia, portò il primo scudetto biancoceleste a Roma.
Di quel gruppo, tra gli altri, sono già volati in cielo il tecnico Tommaso Maestrelli, il capitano Pino Wilson, il centravanti Giorgio Chinaglia, il portiere Felice Pulici, il centrocampista Luciano Re Cecconi, il regista Mario Frustalupi. Scomparso anche il medico sociale, Renato Ziaco, oltre al presidente Umberto Lenzini. Una vera maledizione che con una cadenza quasi scientifica colpisce la società nata a pochi metri da San Pietro, esattamente a Piazza della Libertà, il 9 gennaio 1900.
D’Amico è morto a causa di un tumore di cui lui stesso aveva dato notizia a maggio scorso. Nell’ultimo periodo viveva tra Roma e Madeira, in Portogallo. Del derby diceva: “Solo una partita tra amici”. A Roma a dargli l’ultimo saluto anche Sebino Nela. A Latina, un altro Campione d’Italia della squadra guidata da Nils Liedholm, ha reso omaggio al centrocampista.
D’Amico è entrato nelle giovanili della Lazio nel 1971, prelevato dall’Almas, società dilettantistica di Roma Sud, rione Tuscolano. Fino al 1986 ha giocato con l’Aquila sul petto. L’unica parentesi nel 1980-1981, quando il fantasista andò in prestito al Torino. Nel 1988 il ritiro dopo due anni alla Ternana.
Il talento di Latina lunedì pomeriggio ha avuto un primo saluto alla Camera Ardente allestita in Campidoglio, il giorno dopo il funerale che si è tenuto nella parrocchia della Gran Madre di Dio. Il martedì stesso è stata la sua città Natale ad omaggiarlo con il lutto cittadino e la Camera Ardente, quindi mercoledì le esequie.
Così come era successo nella chiesa di Pinte Milvio, anche la celebrazione nel capoluogo pontino ha visto tanti tifosi e amici accorsi per dire addio a Vincenzino, come lo chiamava chi gli voleva bene. Tra questi anche un commosso Bruno Conti. Il Campione di Spagna 1982, nativo di Nettuno, è stato immortalato mentre a spalla portava il feretro dell’amico defunto. Un gesto sincero che i tanti laziali hanno apprezzato, un lungo applauso ha accompagnato l’uscita della bara.
Conti e D’Amico sono amici di vecchia data. Sui social, da giorni, circola una foto in bianco e nero, consunta, nelle quale i due sono ritratti nella formazione del Cos Latina. L’immagine è stata scattata nell’oratorio del Don Bosco che ha visto i due campioni dare i primi calci al pallone. Proprio in onore di D’Amico, il suo primo “teatro” potrebbe presto prendere il suo nome.
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