E’ un momento critico per il futuro del calcio italiano. L’assegnazione dei diritti tv della Serie A non decolla e i club rischiano il default
L’asta per l’assegnazione dei diritti tv del campionato di Serie A per il quinquennio 2024-2029, presentata tra sorrisi e slanci di ottimismo di presidente e amministratore delegato della Lega di A, è andata di fatto a vuoto. Le offerte presentate sia in prima che in sede di trattative riservate dai tre broadcaster interessati non ha prodotto i risultati sperati.
Sky, DAZN e Mediaset hanno formulato offerte di gran lunga inferiori alle aspettative delle società che contavano di incassare una cifra non inferiore ai 900/950 milioni di euro l’anno e che invece alla luce delle proposte al ribasso e respinte al mittente sono costrette a trovare soluzioni alternative.
I giorni passano e i margini per arrivare a un accordo soddisfacente per la Lega di Serie A si riducono a vista d’occhio. L’ultima e definitiva scadenza è fissata per mercoledì 2 agosto, poco più di tre settimane per raggiungere un’intesa. Ma tra i dirigenti delle 20 società del massimo campionato più di qualcuno sta iniziando a pensare a un cosiddetto piano B.
Diritti tv Serie A, la Lega punta sulla nascita del proprio Canale: cosa può succedere
E il progetto alternativo già esiste: se infatti entro la fatidica data del 2 agosto non si arriverà a un accordo con i broadcaster si procederà all’apertura delle buste che contengono le offerte di sei soggetti interessati alla realizzazione del Canale di Lega. E’ questa un’opzione innovativa che sta prendendo sempre più piede.
Tutto però è ancora in bilico e le sorprese anche in questo caso sono all’ordine del giorno. Le possibilità che alla fine si giunga all’auspicata fumata bianca tra la Lega di Serie A e i tre soggetti in corsa, Sky, DAZN e Mediaset non sono ancora svanite del tutto. Nei prossimi giorni sono previsti nuovi incontri tra le parti per trovare la definitiva quadratura del cerchio.
Ma l’ottimismo ostentato da alcuni dirigenti di Serie A non si sposa con lo scetticismo di altri e soprattutto delle emittenti televisive coinvolte. Anche se non in via ufficiale i vertici delle aziende coinvolte nelle trattative si mostrano assai meno fiduciosi su un buon esito delle trattative. Nei prossimi giorni ne sapremo certamente di più.