Per la Juventus è stato un campione e idolo, ora raccoglie la difficile sfida di allenare un club in grossa difficoltà.
Non era un compito semplice indossare la numero 10 della Juventus, soprattutto appena dopo che l’aveva svestita l’indiscusso idolo, Alessandro Del Piero. Tuttavia, chi viene da contesti prima sociali e poi sportivi difficili non è esente da coraggio, spregiudicatezza e anche fame. Elementi che nel calcio sono indispensabili per arrivare al successo.
Questa è stata la ricetta, insieme al grande talento e al fiuto per il gol, a consentire a Carlitos Tevez di divenire un’icona bianconera, pur avendo trascorso a Torino soltanto due stagioni, ovvero dal 2013 al 2015. Dopo l’esperienza in Serie A, l’argentino ha fatto ritorno in patria, al club del suo cuore, ovvero il Boca Juniors.
Come se di sfide non gliene bastassero, nel 2021 ha chiuso la carriera con la casacca Azul y Oro e nel giro di pochi mesi si è già ritrovato dall’altra parte del campo a raccogliere una sfida difficile, quella di risollevare la sorti del Rosario Central. Ne è stato allenatore per una parentesi a fasi alterne fino alla decisione del novembre del medesimo anno di dimettersi. A 39 anni e con tanto studio da tecnico ancora da fare, El Apache ha scelto un periodo di riflessione ma poi non ha saputo rifiutare un’allettante telefonata.
L’ex Juventus torna ad allenare: stavolta la sida sarà ancora più difficile
Da questa penultima settimana di agosto 2023, Carlos Tevez è ufficialmente il nuovo allenatore dell’Independiente de Avellaneda. Uno dei giganti dell’Argentina che, per stessa ammissione del suo nuovo tecnico, è una bestia che sta dormendo e va risvegliata. Dopo problemi di natura societaria e di riflesso sportiva, El Rojo vive una delle peggiori crisi della sua storia. Pochi giorni fa, infatti, ha rinunciato alla panchina l’esperto Ricardo Zielinski, a fronte di risultati quasi incontrovertibili.
Mancano 13 giornate – l’intero girone di ritorno tranne un match – alla fine della stagione e l’Independiente deve allontanarsi dalla pericolosa zona della retrocessione: è terzultimo nel suo gruppo mentre il girone d’andata l’ha chiuso 24esimo su 28 squadre. Carlitos Tevez non era la prima scelta del Rojo, ma è stato apparentemente l’unico a non avere timore nell’affrontare tale percorso.
Come da lui stesso affermato in conferenza stampa: “Chi ha paura – come dice mia figlia – che non nasca, allora”. Una sola settimana e anche meno ha davanti a sé l’ex Juventus per prepararsi al debutto contro il Velez, in casa. Una riunione di un solo giorno è bastata a convincerlo a firmare: il suo salario sarà minimo fino a dicembre. Da quel momento in poi, a seconda di quale sarà stato il destino dell’Independiente, si tornerà a negoziare. La priorità è il campo, come per un leader che si rispetti.