Nonostante l’ultima sentenza del Consiglio di Stato, Calciopoli in realtà non è ancora finita: la Juventus ci riprova
Solo Beautiful ha scritto più pagine e vissuto più stagioni. Ma da 17 anni c’è una telenovela che popola i sogni, o gli incubi, dei tifosi italiani. Da quando cioé lo scudetto 2006, come quello dell’ano prima, è stato ufficialmente tolto alla Juventus ed è cominciata anche tutta la saga legata a Calciopoli.
Come l’araba fenice, ogni volta che sembra chiuso l’ultimo capitolo, in realtà Calciopoli si rigenera anche se con i soldi spesi tra ricorsi e tribunali si potrebbero ripianare i conti di un piccolo Stato. Ma non è così perché la Juventus da allora e ancora oggi ha la convinzione di essere stata penalizzata ingiustamente e così va avanti. L’ultimo capitolo ufficiale era stato scritto lunedì 21 agosto, quindi freschissimo. Il Consiglio di Stato ha ribadito che ai bianconeri non sarà riassegnato lo scudetto 2006, quello che la squadra allenata da Fabio Capello aveva vinto e festeggiato sul campo.
Una risposta all’ennesimo ricorso della Juventus contro Figc, Coni e Inter per chiedere la riforma della sentenza emessa dal Tar del Lazio, che è stato rigettato. Quello scudetto fu assegnato da Guido Rossi, commissario straordinario, all’Inter nel luglio 2006 e da allora nulla è cambiato. Così come non è cambiato il fatto che i bianconeri abbiano dovuto affrontare una stagione in Serie B prima di riaprire un ciclo.
Già nel 2011 il consiglio della Figc aveva respinto l’istanza di revoca in autotutela della decisione di Guido Rossi, presentata dalla Juve. Nello stesso anno il Tnas si era dichiarato incompetente a intervenire e nel 2019 il Collegio di Garanzia nel 2019 aveva dichiarato inammissibile il ricorso dei bianconeri esattamente così come il Tar del Lazio tre anni dopo. Ora il Consiglio di Stato ha scritto la parola fine su quello scudetto.
Tutto finito quindi? Sì, ma solo sulla carta. Perché chiuso ufficialmente un capitolo è stato aperto subito un altro che richiederà una risposta ulteriore. La vicenda è stata raccontata dal Corriere Torino e sa di ennesima risposta anche al Consiglio di Stato.
In realtà quest’ultimo non ha obbligato la Juventus a coprire le spese legali della parte avversa, come avviene di solito quando nascono dubbi sulla questione sollevata. Inoltre se la Giustizia sportiva ha giurisdizione sulle questioni disciplinari, altri organi possono occuparsi del risarcimento dei danni derivanti da tali illeciti.
E così la Juventus ha presentato richiesta alla Giustizia amministrativa per condannare la Federcalcio a risarcire il club per 440 milioni di euro. Una domanda collegata agli eventuali illeciti sportivi dell’Inter e all’assegnazione dello scudetto 2006 ai nerazzurri.
L’udienza per questa richiesta è fissata per il 24 ottobre, ma l’eventuale risarcimento del danno dipenderà dalla conferma o meno degli illeciti sportivi commessi dall’Inter. Ma se anche se gli illeciti dovessero essere accertati, questo non inciderà sul tricolore che non sarà restituiti ai bianconeri.
Tecnicamente non è un ricorso, ma gli somiglia molto. E significa che in verità Calciopoli non finirà mai, almeno nella testa dei dirigenti.
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