Per l’Arabia Saudita è stata una stagione tutto sommato piena di momenti positivi. Ma la stangata prima o poi doveva arrivare anche per loro
In Arabia Saudita si respira un clima di grande convivialità grazie al calcio. Tutti i tifosi o aspiranti tali sono molto contenti della piega che il movimento sta prendendo, con una campagna acquisti faraonica (per restare in tema) ed una risonanza che sta prendendo sempre più spazio. Soprattutto in sede estera, dove si guarda alla Saudi League con ancora un po’ di pregiudizio. Cosa che si spera che col tempo possa quantomeno alleggerirsi.
Tuttavia le brutte notizie sono arrivate anche per loro, cosa che non era affatto facile da pronosticare con largo anticipo. Al netto di tutti gli investimenti svolti in materia, gli emiri speravano fortemente di poter attirare l’attenzione degli organi UEFA. Ovviamente in positivo, riuscendo ad ottenere dei posti di riguardo per quanto concerne la prossima edizione della Champions League. Di fatto però, le cose sono andate in maniera diversa.
Nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere un “no” pronunciato in maniera così secca e asettica. Ma a quanto pare ogni pronostico è stato ampiamente smentito. A questo proposito è infatti intervenuto Aleksander Ceferin, il patron di tutto ciò che è targato UEFA in circolazione. Ha dato parecchio da pensare il parallelismo effettuato col campionato cinese, per lucidità ma soprattutto per effettiva attinenza.
Il presidente ha infatti detto che anche in Cina ci fu un vero e proprio esodo di top player sulla via del tramonto in cerca di denaro in grande quantità. Il risultato è stato un mancato successo su qualsiasi fronte possibile. Si è trattato dunque di un trend che è capitolato molto in fretta, contrariamente a quanto in molti si sarebbero mai aspettati.
Riguardo al caso specifico dell’Arabia Saudita, Ceferin ha detto che la priorità degli arabi dovrebbe essere quella di formare e investire su allenatori e giocatori locali. Dunque, sui propri prodotti del vivaio. Concludendo dicendo che questo, consigli a parte, non è un suo problema.
Riguardo alla potenziale partecipazione delle proprietà arabe in Champions League il presidente è stato chiaro ed esaustivo: solo i club europei possono prendervi parte, e cambiare le regole attualmente in corso d’opera non è intenzione della UEFA. Insomma, la presa di posizione da parte dei vertici è stata piuttosto decisa e insindacabile.
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