L’invasione di liquidità dall’Oriente ha cambiato il modo di fare mercato. La reazione del massimo campionato italiano.
Inutile negarlo, quanto accaduto nell’estate 2023 sul fronte delle trattative rappresenta una svolta epocale e per la quale, almeno al momento, nessuno può escludere alcuna conseguenza irreversibile. Alcuni club dell’Arabia Saudita, nello specifico 4, con l’aiuto del fondo patrimoniale PIF, hanno investito un capitale enorme per il campionato arabo.
Kalidou Koulibaly, Sergej Milinkovic Savic e non ultimo Gabri Veiga, sono solo tre dei tanti top player che hanno deciso di sfidare Cristiano Ronaldo. Soldi che nascondono la volontà dell’Arabia Saudita sia di entrare pesantemente nel grande circo del calcio, sia in futuro di determinarne scelte importanti, con rilevanti ricadute a livello sociale, economico e politico. Nelle ultime settimane anche Neymar si è accasato in Arabia e la Saudi Pro League è un campionato di livello sempre più alto.
Il calcio italiano, affetto da anni – sia da evidenti carenze strutturali, leggi stadi di proprietà, sia dall’incapacità di aumentare i ricavi in modo sensibile – potrebbe diventare una vittima di PIF. Ultima riprova, il mancato accordo sui diritti tv, la cui intesa con le attuali piattaforme, scadrà il prossimo 30 giugno. A spargere ottimismo, come rivela calcioefinanza.it, ci ha provato Lorenzo Casini.
«Come progetto di Lega, insieme alla UEFA siamo stati i primi a raggiungere determinati obiettivi di sostenibilità, anche se altri Paesi stanno facendo enormi passi in avanti”, ha spiegato il presidente della Lega di serie A, intervenendo a margine dell’evento “Calcio Social Responsibility”. L’inquilino di Via Rosellini ha sottolineato inoltre l’impegno sul fronte del razzismo e delle emissioni, ricordando anche l’esistenza di un progetto specifico che coinvolgerà gli istituti scolastici.
Casini si dice tranquillo anche sul fronte dei diritti tv, anche se va ricordato come l’obiettivo di incassare 1,15 miliardi a stagione, così come fissato nel bando 2024-2029, certamente non sarà raggiunto. «La competitività che stiamo vedendo e che conferma il trend degli ultimi anni può contribuire alla vendita dei diritti televisivi anche se le coppe europee sono un volano più importante all’estero», ha ammesso il dirigente. I
nfine una pesante frecciata alla nuova Saudi Pro League. Il campionato ha creato problematiche e non poco anche ai top club italiani, costretti a cedere (in Arabia e in Premier) alcuni suoi big.
Ultima riflessione proprio su quanto l’Arabia Saudita, a livello anche istituzionale, possa determinare nei prossimi anni. «L’Arabia preoccupa per l’effetto distorsivo di avere un competitor che ha risorse pressoché illimitate, ma come detto da alcuni esponenti dei club è una grande possibilità per una crescita collettiva e sappiamo che la UEFA e la FIFA stanno monitorando”, ha ricordato Casini. Quest’ultimo si augura che sul fronte del Fair Play Finanziario gli organi preposti facciano di più rispetto quanto avvenuto fino ad oggi.
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