Tiene banco la questione legata alle commissioni degli agenti sulle trattative di mercato: la già stringente norma FIFA vuole essere cambiata
Quante volte abbiamo letto, nel computo economico totale di un trasferimento di mercato, un parziale che si riferiva alla ‘commissione per l’agente che detiene la procura del calciatore‘. Questa prassi, fino a pochi anni fa appannaggio di pochi e abilissimi procuratori per lo meno a livello di cifre importanti, è diventata poi una vera abitudine che ha arricchito a dismisura questi ultimi, la cui popolarità presso i tifosi di tutto il mondo è andata via via scemando.
Personaggi come Mino Raiola e Jorge Mendes hanno costruito un vero impero attorno alla procura di un numero sempre crescente di giocatori. Quando qualcuno di questi è stato poi coinvolto in un affare che prevedesse la cessione del cartellino ad altro club, ecco che scattava puntuale, come fattore addirittura primario di cui tener conto nell’esborso totale per il club acquirente, la percentuale dell’agente.
Talvolta si è giunti addirittura a chiedere una somma ben determinata – che è arrivata anche a 20 milioni, quando il passaggio riguardava un big – per le prestazioni del procuratore. Questa consuetudine ha di fatto obbligato le società compratrici a mettere a bilancio somme sempre crescenti, gonfiando di fatto il mercato a causa di uscite sempre maggiori.
Quello che per qualcuno è diventato un meccanismo infernale ha visto negli ultimi mesi l’opposizione, a dire il vero episodica, di un presidente e di una società nello specifico, ma la linea di tendenza appare tracciata. Alla FIFA tutto questo non è sfuggito. Sono in arrivo dei cambiamenti. Che però non sarebbero ritenuti sufficienti dalla FIGC.
Il caso Sabatini e il pugno duro della FIGC
Nel giugno del 2022, a pochi giorni di distanza dalla miracolosa salvezza della Salernitana, il Ds Walter Sabatini fu messo alla porta dal presidente Iervolino. Il motivo è stato riassunto nelle stesse parole del patron campano: “Volevamo aumentare lo stipendio di Coulibaly di 200mila euro, ma avremmo dovuto versare un milione all’agente. Sabatini voleva pagare questa commissione. Abbiamo litigato perché non accetto queste storture“.
Fu dunque più che chiara la volontà del presidente di non spendere 1 milione di euro per un rinnovo di contratto. Al contrario di ciò che pensava fosse opportuno il navigato dirigente, inserito a pieno titolo nel meccanismo economico in essere.
Allargando il discorso ad altri casi, e prendendo atto della situazione, la FIFA ha recentemente emesso un nuovo regolamento. Questo prevede commissioni fino a un massimo del 10% della somma incassata dal club. Oppure, nel caso in cui l’agente assista un calciatore, un limite massimo del 3% dell’ingaggio pattuito fra il calciatore e il club acquirente. Questa novità disciplina verso il basso il potere dei procuratori, ma la FIGC vorrebbe andare oltre.
Il Consiglio Federale è chiamato entro la fine di settembre a discutere di nuove limitazioni, ancor più stringenti, relativamente alle somme incassate dagli agenti. Qualora dovesse passare la linea dura il rischio concreto è sotto gli occhi di tutti.
Mentre infatti negli altri paesi europei si sta lavorando, a livello istituzionale e con le sentenze dei tribunali, ad annullare l’effetto della norma FIFA, in Italia si vorrebbe inasprirla. Con la conseguenze di una inevitabile penalizzazione dei club italiani in sede di mercato. Il pericolo di un isolamento economico, con effetti diretti sulla competitività della nostra Serie A, si farebbe sempre più reale.